L’impresa contesta i lavori e non paga Tre artigiani salgono sul tetto del Civile

Il contenzioso riguarda dei lavori di ristrutturazione del Padiglione Gaggia. Ditta milanese attende il pagamento
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 12.05.2020.- Protesta di 3 operai, sopra il tetto del padiglione Gaggia all'Ospedale Civile di Venezia.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 12.05.2020.- Protesta di 3 operai, sopra il tetto del padiglione Gaggia all'Ospedale Civile di Venezia.

Vera Mantengoli

Sono saliti sul tetto di un palazzo per protestare contro il ritardo di un pagamento per un lavoro svolto all’Ospedale Civile di Venezia. Tre operai dell’impresa edilizia milanese Amer si sono arrampicati sulla cima del Padiglione Gaggia dell’ospedale, uno di quelli in via di restauro, minacciando di non spostarsi fino a quando non avessero avuto la garanzia di essere pagati. Essendo in un punto dell’edificio pericolosissimo, polizia e vigili del fuoco hanno più volte invitato i tre a scendere e cercato di placare la tensione tra gli operai e capo cantiere. La protesta è durata circa due ore. È già la seconda volta che alcuni lavoratori della società Amer, formata da operai milanesi ed egiziani, salgono sul tetto del palazzo e sempre per lo stesso motivo: riscuotere i soldi dovuti dalla posa del cartongesso nell’edificio. Se però lo scorso febbraio la protesta aveva ottenuto un risultato immediato, questa volta la battaglia sembra sia destinata a consumarsi nello studio di avvocati, a colpi di cavilli burocratici.

La vicenda è infatti l’epilogo di un contenzioso tra tre aziende che sembra non avere fine. La prima azienda è la ditta Bettiol che ha la sede operativa a Villorba di Treviso e quella legale a Bolzano: due anni fa la società ha partecipato al bando dell’Ulss 3 per il rifacimento del Padiglione Gaggia e ha vinto l'appalto per un milione di euro. La Bettiol ha poi assegnato per circa 90 mila euro la posa del cartongesso alla ditta EFP Energyservice srl di Prato che, a sua volta, si è rivolta alla Amer di Milano per effettuare il lavoro da 83 mila euro. La ditta Amer ha lavorato da novembre a gennaio, ma la prima parte dei soldi (circa 44 mila) li ha avuti a febbraio. Ieri la protesta per i rimanenti: «Ho otto dipendenti che attendono lo stipendio» ha detto Amer Hamdy, titolare dell’impresa. Per Nico Conti, tecnico aziendale della EFP, alla Amer toccherebbero solo altri 12 mila euro perché il lavoro è stato fatto male e la Bettiol è dovuta intervenire mettendo 26 mila euro di tasca propria e togliendoli alla EFP. «Ho mandato a metà aprile una pec alla Amer per chiedere che mi mandino i certificati di posa per i pagamenti perché senza di quelli non posso pagarli, ma non me li hanno mai mandati» tuona Conti. Tuttavia la Bettiol non ha ancora deciso quanto e se dovrà decurtare perché attende i certificati.

«Il lavoro non era stato fatto male, ma era incompleto» ha detto il direttore tecnico della Bettiol, Giampaolo Bonan. «Aspettiamo i certificati di posa per capire cosa fare. Noi abbiamo un contratto con EFP e non con le persone salite sul tetto».

Per Amer i lavori sono stati fatti ed EFP deve dare la cifra intera. In tutto questo l’Ulss 3 è intervenuta cercando di porsi come mediatrice, ma ha anche detto che auspica che il contenzioso si risolva e che non accadano mai più episodi pericolosi come quello di ieri. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia