Murazzi del Lido, capannine da demolire: l’ira dei residenti

Operai ai Murazzi del Lido per rimuovere per motivi di sicurezza le pedane in tempo per il Redentore: scatta la protesta

Eugenio Pendolini
Murazzi del Lido, demolizione delle capannine: scoppia la protesta dei cittadini
Murazzi del Lido, demolizione delle capannine: scoppia la protesta dei cittadini

Può un ordine di demolizione cancellare la storia di un luogo simbolico dell’isola del Lido? È quello che sta per succedere, per «motivi di sicurezza» in vista di Redentore, alle capannine dei Murazzi.

Costruite artigianalmente con tronchi d’albero portati dalla corrente, paglia per creare un po’ d’ombra, assi di legno inutilizzabili e destinate al macero impiegate come pedane su cui stendersi, sedie e altri oggetti di risulta secondo la logica del riciclo a favore della collettività, quelle capannine (alcune, vere e proprie opere di ingegneria, esistono da decenni) vengono frequentate ogni giorno e ogni fine settimana da famiglie e gruppi di amici, come base d’appoggio per un bagno o per una grigliata o una festa serale, da frequentatori abituali della spiaggia libera, turisti.

Chiunque cerchi un po’ di tranquillità, a contatto con la natura. Negli anni, qualche episodio di vandalismo non è mancato. Ma da sempre prevale il codice non scritto del rispetto e della cura di questi luoghi a disposizione della collettività.

Eppure, negli ultimi giorni, gli operai della cooperativa Il Cerchio arrivati per iniziare un lento lavoro di demolizione non sono passati inosservati. L’incarico, arrivato dal Comune a Veritas e dalla municipalizzata alla cooperativa, è frutto di un sopralluogo da parte di carabinieri e Capitaneria di Porto dello scorso aprile. In particolare, proprio i carabinieri hanno stilato un corposo dossier con tutte le baracche «abusive» e, quindi, da demolire. L’abusivismo, dunque, è il problema individuato dai militari.

Come se ai Murazzi tutto il resto – a partire dalla circolazione di biciclette, vietata da ordinanze della polizia locale eppure consentita dai cartelli stradali della ciclabile regionale fino alla balneazione stessa – fosse consentito e non, semplicemente, tollerato da sempre. Negli stessi Murazzi in cui, appena una settimana fa, il Comune inaugurava la prima spiaggia libera “pet-friendly”.

Ora, con l’arrivo imminente del Redentore e i timori di feste notturne e incendi, l’ultima accelerata per demolire in tempi brevi le 42 capannine mappate dai carabinieri. Una decisione che ha ricevuto un coro di proteste, con annessa raccolta firme dai frequentatori dei Murazzi.

«Queste strutture», spiegano i cittadini pronti a contestare questa decisione, «non arrecano alcun danno all’infrastruttura storica dei Murazzi, né ne compromettono la funzione di protezione. Al contrario, sono state realizzate con l’intento di offrire un minimo di riparo e comfort a chi sceglie di godersi questo spazio pubblico, valorizzandone l’accessibilità e la fruizione. Inoltre, il loro utilizzo continuativo da parte dei frequentatori dei Murazzi contribuisce a mantenere pulite le aree circostanti da sporcizia e plastiche che si accumulano.

Rimuoverle significa non solo privare la cittadinanza di un servizio utile, ma anche impegnare fondi pubblici per un intervento che appare del tutto immotivato.

I Murazzi sono un bene paesaggistico di grande valore, ma questo non significa che debbano restare vuoti. Piccoli interventi leggeri e rispettosi, come queste capannine, non ne deturpano l’aspetto, anzi: lo rendono più vivo e più umano. Ci auguriamo che le istituzioni competenti vogliano rivedere questa decisione». La vicenda è destinata a far discutere ancora. —

 

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