Liceo Bruno: lezioni sul linguaggio multimediale

Hanno lo smartphone sempre in mano, si scrivono, si confessano e litigano su Facebook o Twitter, caricano i video degli amici su You-tube e spesso preparano le ricerche usando Google e Wikipedia. Ma quale livello di coscienza e consapevolezza hanno i ragazzi dell’uso e del linguaggio di questi strumenti? «Il nostro progetto è proprio quello di sviluppare un approccio critico», spiega Roberto Gaudio preside da settembre del liceo scientifico Giordano Bruno di Mestre, «far capire quali sono le conseguenze di preparare una ricerca su Google, capire come i motori di ricerca ci possono condizionare».
Lo studio dei social network e dei linguaggi multimediali è una delle nuove opzioni che il liceo scientifico Bruno offrirà dal prossimo anno agli studenti che si iscriveranno al primo anno: tra gennaio e febbraio gli alunni di terza media dovranno prendere una decisione.
Le altre due opzioni hanno a che vedere con la possibilità di studiare una seconda lingua a scelta tra francese, tedesco e spagnolo anche per gli studenti che si iscriveranno alle sezioni di scienze applicate (opzione che esiste già per il percorso scientifico più tradizionale) e con il potenziamento dell’educazione fisica, anche dal punto di vista teorico. L’idea inoltre, come racconta la vicepreside Daniela Querci della Rovere, è quella, in convenzione con alcune associazioni sportive, di riconoscere come crediti formativi le attività svolte dei ragazzi della scuola.
La possibilità di potenziare il percorso di studi con una delle tre opzioni non sarà però gratuita. Alle famiglie sarà chiesto un contributo annuale, stimato in non più di cento euro. In tempi di crisi è una notizia che rischia di essere indigesta per molti genitori.
«La scuola offre una percorso di studio base, ma permette ai ragazzi di aumentare le loro competenze, chiedendo un contributo minimo ai genitori», sostiene il preside «per corsi che, sul libero mercato, hanno costi ben più alti di cento euro ad anno scolastico».
C’è chi vede il rischio che la scuola possa così allargare la forbice sociale, anziché ridurla. «Ma per le famiglie più in difficoltà dal punto di vista economico», spiega Gaudio, «il Consiglio d’istituto può decidere di intervenire con un supporto economico».
Con 950 studenti e 83 docenti il Bruno è il liceo più grande della città, ma questi numeri sono ancora poca cosa rispetto a quanto accadrà l’anno prossimo quando, se la Regione non avrà nulla da ridire sul piano di accorpamento disegnato dalla Provincia, Bruno e Franchetti diverranno un’unica scuola - così com’era fino al 1968 - già ribattezzata il super-liceo, con oltre 1.500 studenti, l’istituto più grande della provincia. Molti docenti storcono il naso, temono che la scuola diventi ingestibile. Gaudio, che già è preside di entrambe le scuole, è più ottimista. «Sarà una bella sfida». Così come lo è l’innovazione tecnologica: oggi a scuola ci sono 8 lavagne multimediali, altre 12 sono in arrivo entro fine anno.
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