Licenze taxi a Mestre, in arrivo l’esposto. Il legale: «Termini scaduti»
L’avvocato D’Angelo ha chiesto per conto dei suoi assistiti l’annullamento del bando o la riformulazione dei criteri con i quali è stata redatta la graduatoria

Licenze taxi, in arrivo un esposto in Procura della Repubblica. A presentarlo sarà l’avvocato Matteo D’Angelo, legale veneziano che ha in capo già quattro persone che si sono rivolte a lui per chiedere ancora una volta l’annullamento del bando o la riformulazione dei criteri con i quali è stata redatta la graduatoria, e che sta valutando di rivolgersi alla Procura.
Sul tappeto il concorso per 12 licenze di taxi in terraferma, bandito in ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato del 18 giugno scorso, sentenza che ha condannato per la seconda volta il Comune a pagare 132 mila e 500 euro a titolo di penale a favore di Luciano Montefusco, per non aver dato seguito nei tempi fissati, alla sentenza del 2020 di annullamento del delle stesse 12 licenze taxi.
Una vicenda che si trascina dal 2003 e iniziata quando il partecipante escluso, Luciano Montefusco, ha impugnato la procedura ottenendo più pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato.
«È incredibile ciò che sta accadendo nell’assegnazione di dodici licenze taxi nel comune di Venezia. Il Commissario ad acta, nominato dal Consiglio di Stato non solo non ha rispettato il termine assegnatogli per concludere la procedura, ma ha anche inanellato una sequela di errori che determinano l’illegittimità di molteplici atti e della procedura, in generale. I 90 giorni di tempo ai concorrenti risultati idonei, per comprovare il possesso dei titoli, sono scaduti e non c’è notizia di assegnazione definitiva della graduatoria. Per questi motivi si era prima tentato, con l’invio di una prima istanza, di convincerlo, se non proprio ad annullare, a modificare la graduatoria provvisoria».
Prosegue: «Abbiamo ricevuto 4 dinieghi identici, tutti non motivati e, in più, nessuna risposta è stata fornita in merito alla richiesta di essere ascoltati. A seguito di accesso agli atti, poi, sono emerse numerose prove che dovrebbero motivare il Commissario ad annullare tutto e, pertanto, si è depositata una nuova istanza di chiarimento dei dinieghi. A ciò si giungono due reclami davanti il Consiglio di Stato promossi da due partecipanti al bando che potrebbero portare all’annullamento della procedura».
Da qui la valutazione di agire giudiziariamente, anche con il deposito di un esposto in Procura della Repubblica. —
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