«Lestofante» al direttore musicista dal giudice

Dà del «lestofante» su Facebook a un suo ex collega e direttore e finisce a processo davanti al tribunale monocratico di Venezia. Si è aperto ieri il processo, davanti alla giudice Sonia Bello, a carico di Alfredo Villatico, romano classe 1941 (avvocato Claudio Paoletti di Benevento), che deve rispondere del reato di diffamazione aggravata proprio perché l’espressione giudicata diffamatoria è stata scritta sul social network e quindi ha avuto una diffusione potenzialmente estesa. A chiamare in causa Villatico, professore di storia della musica e docente al conservatorio di Venezia “Benedetto Marcello” dal 1990 al 2006, è stato Giovanni Umberto Battel, classe 1956 di Preganziol (Treviso), che del conservatorio lagunare è stato direttore dall’anno accademico 1997/1998 all’anno 2008/2009 e, ancor prima, docente dal 1987.
L’attacco verbale di Villatico ha come sfondo il profilo Facebook di una terza persona, un altro docente del conservatorio “Benedetto Marcello”. È il 3 dicembre 2013 quando il professore scrive sul proprio profilo Facebook: “Primo giorno da docente a Venezia”. A seguire, una lunga serie di commenti di colleghi e conoscenti. Tra molte congratulazioni, anche un messaggio di Villatico che il 4 dicembre scrive: “In bocca al lupo! Vi ho insegnato 16 anni. Allievi meravigliosi, e colleghi gentili e disponibili a collaborare. Allora, quando vi entrai nel 1990, c’era un direttore inadatto, per essere eufemistici, a fare il direttore, seguito, prima, da una brava persona e poi una figura eccezionale di musicista, Valdambrini, ma da ultimo un lestofante. Ora c’è una persona straordinaria. Buona fortuna, buon lavoro e in bocca al lupo!”. Un passaggio, quello del «lestofante», che non è sfuggito a Battel che, attraverso il proprio difensore, l’avvocato Giambattista Zatti di Venezia, ha presentato un esposto, sentendosi destinatario di quell’insulto. Alla richiesta di spiegazioni e di scuse fatta dallo stesso Battel in coda alla discussione su Facebook, era seguito un nulla di fatto. «Non vale pensare che la mancata indicazione del nome dell’esponente quale destinatario dell’offesa possa rendere meno grave la condotta. Buona parte degli utenti commentano quanto pubblicato dal professore sono docenti o ex allievi del “Benedetto Marcello”, tutti soggetti quindi assolutamente in grado di riconoscere in quel “da ultimo” il sottoscritto», scrive Battel nell’esposto.
Ieri, davanti alla giudice monocratica, si sono svolte le prime battute del processo. Battel, attraverso il suo legale, si è costituito parte civile. Il procedimento è stato poi rinviato al 12 marzo 2018 per sentire i testimoni. Già nel 2014 Battel era parte offesa in un procedimento per diffamazione. L’imputato, un docente, aveva patteggiato.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia