L’estate non vuole arrivare merce invenduta nei negozi

Commercianti in difficoltà: i vestiti estivi non li guarda nessuno, clima assurdo  Gabriel (Federmoda): «Rinviare i saldi. Dovrebbero darci lo stato di calamità»
FULV-38 foto roiter/ anna sandri
FULV-38 foto roiter/ anna sandri



«Se fossimo un’altra categoria e non il settore del commercio di abbigliamento, chiederemmo lo stato di calamità». Il presidente provinciale di Federazione Moda Italia, Giannino Gabriel, si dice preoccupato e lancia l’allarme: «La merce primaverile è negli scaffali, quella estiva non ne parliamo, siamo alle porte di giugno e la prima settimana di luglio scattano i saldi». Insomma, una disfatta su tutta la linea per i negozianti, i fornitori e tutta la filiera del mondo dell’abbigliamento già in crisi a causa della concorrenza dei centri commerciali e dell'e-commerce. Nei condomini dove l'impianto è centralizzato, in molti hanno chiesto la riaccensione, almeno per alcune ore, del riscaldamento.

Chi lo ha autonomo lo accende la sera. I negozi sono in molti casi costretti ad avviare il riscaldamento, specialmente quelli che devono tenere le porte aperte e quindi all’interno al cliente non si può chiedere di provare i vestiti in un ambiente non accogliente. C’è persino chi ha tirato nuovamente fuori – come “Intimissimi” – i pigiami invernali che erano già stati messi via e la classica “maglia della salute”.

«Sembra uno scherzo ma non lo è», commenta Gabriel, «abbiamo riesposto le maglie invernali e dico felicemente, perché la stagione primaverile è stata totalmente azzerata, una cosa insolita e drammatica sotto questo punto di vista». Il prodotto primaverile, ordinato e pagato un anno prima, è invenduto. «Per non parlare di chi vende intimo mare - dai costumi ai parei - e chi ha negozi nelle zone balneari, dove sostanzialmente è tutto fermo: qui è stato venduto poco o nulla. Se facessimo parte di categorie che operano in altri settori, si chiederebbe in un caso come questo uno stato di calamità. Le merci vanno ordinate un anno prima, non possiamo dire a chi ce le ha vendute che la stagione è saltata, dobbiamo pagare e basta. Paradossalmente è stata venduta maglieria invernale. Senza contare che i negozi hanno il riscaldamento acceso perché fuori è freddo, i costi si alzeranno notevolmente e dunque se siamo fortunati cambieremo semplicemente il denaro speso per la merce acquistata».

Il presidente chiarisce il tema della richiesta di posticipare i saldi: «Il caldo arriverà più avanti, forse tra una decina di giorni, sta di fatto che il 90 per cento alla fin fine si venderà con i saldi, ecco perché in molti già chiedono con forza che quest’anno le svendite vengano posticipate per cercare di salvare il salvabile».

Senza dimenticare che l’estate è una di quelle stagioni il cui il guadagno è minore perché non si acquistano capi spalla. Una situazione, per il presidente provinciale di Federmoda Italia, assai grave che potrebbe avere ripercussioni pesanti per un settore che non vive un periodo facile. Specialmente in una città come Mestre, dove i negozi di abbigliamento sono in crisi e le chiusure si susseguono una dopo l’altra. —



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