L’Eni sbarca in forze sulle paratoie Mose sopralluogo a sorpresa ieri con la Spitz

Energia, corrosione, problemi irrisolti dell’opera. Una visita sconosciuta agli uffici del Ministero. E oggi toccherà al Lido

L’Eni sbarca sul Mose. L’industria petrolifera di Stato con i suoi esperti era in sopralluogo ieri ai cantieri alle tre bocche di porto. Che ci fanno esperti di energia e di progettazione sulle paratoie? Se lo sono chiesti ieri, anche al Provveditorato alle Opere pubbliche, l’ufficio lagunare del ministero delle Infrastrutture, dove nessuno era al corrente della visita.

Sopralluogo organizzato a insaputa di tutti, dal commissario Sblocca cantieri del Mose, Elisabetta Spitz. Che ha annunciato l’arrivo della delegazione con una lettera. Ieri visita alle bocche di porto di Chioggia e Malamocco, oggi toccherà al Lido e Treporti. Insieme a Spitz e alla sua addetta alla comunicazione, l’ex vicesindaco Luciana Colle, c’erano il direttore esecutivo della Fondazione Eni Paolo Carnevale, il vicepresidente Giovanni Scimone, il ricercatore Roberto Finotello, specialista in energie alternative, Emanuele Garbuglia, vicepresidente della società Ecoprogetti, la ricercatrice Eliana De Marchi, specializzata in nucleare. Visita di cui il Comune era a conoscenza.

Il Mose è ben lungi dall’essere concluso, e la sua inaugurazione slitterà quasi sicuramente al 2022, ben oltre il termine annunciato più volte del 31 dicembre. Ci sono da completare gli impianti e le sale di controllo, da sistemare le criticità e i guai tecnici non ancora riparati. E, soprattutto, la corrosione. Una gara da 34 milioni bandita a metà dello scorso anno per trovare rimedi è bloccata da sei mesi. Alle imprese che sono state ammesse (Fincantieri, Cimolai e Industrie De Pretto) non viene concesso il sopralluogo nei cantieri per prendere visione della situazione dei meccanismi e dunque potere come prevede la legge formulare un’offerta.

Ieri invece in sopralluogo sono arrivati a sorpresa i vertici dell’Eni, accompagnati da Spitz e Colle, con la regia dell’ex amministratore del Consorzio e consulente per la sicurezza del commissario, Francesco Ossola.

Fra i tanti problemi del Mose ci sarà sicuramente quello dell’energia necessaria per sollevare le 78 paratoie. Una nuova centrale è stata realizzata nell’isola artificiale di San Nicolò, gestita dall’Enel. Forse proprio il tema dell’energia per i sollevamenti sempre più frequenti è alla base dell’incontro con i vertici Eni. In questo senso, domani saranno alzate quattro paratoie a Chioggia, simulando un black out per verificare la tenuta in caso di mancanza di corrente.

Il sopralluogo, comunque, potrebbe anche essere mirato a verificare lo stato della corrosione dei materiali. Una situazione molto preoccupante, che ha causato le dimissioni polemiche di Susanna Ramunda, esperta corrosionista del Provveditorato. «La corrosione avanza e nell’ultimo anno non si è fatto nulla», la sua denuncia contenuta nella lettera di dimissioni. E c’è anche il problema dei finanziamenti. 200 i milioni di euro quelli necessari per riparare le criticità, almeno cento ogni anno quelli per la gestione e la manutenzione delle paratoie. Poi c’è la situazione del Consorzio Venezia Nuova, affidato da novembre a un commissario liquidatore in vista della conclusione dei lavori della grande opera. Ma i debiti qui sono vicini ai 200 milioni, e la crisi di liquidità mette a rischio gli stipendi dei 200 dipendenti del Cvn e di Comar. Problemi irrisolti. E i cantieri sono fermi. —



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