«Le nuove ricette? Un incubo C’è chi deve pagare due volte»
Non sono tutte rose e fiori per le nuove ricette “dematerializzate”, quelle che grazie all’informatica hanno mandato quasi del tutto in pensione le vecchie e storiche ricette rosse. Lo conferma la Fimmg, sindacato dei medici di medicina generale, che spiega un retroscena. «Il sistema non è stato fatto da medici, bensì da tecnici», afferma la dottoressa Cristina Zennaro. «Il risultato è che determinate parole non sono state inserite, e ci troviamo a perdere tempo ogni volta che facciamo una ricetta. Oltretutto, per casi come la colonscopia in sedazione, saremmo costretti a fare due ricette e due ticket perché manca la dicitura unica, una beffa, vale a dire raddoppiare la spesa delle persone: 80 anziché 40 euro. Ma ora la gente ha meno soldi con la crisi, quindi si va a fare la vecchia ricetta rossa aprendosi ad altre problematiche».
Problemi comuni anche agli allergologi, che segnalano difficoltà nella ricerca delle patologie o degli esami da indicare nella ricetta di nuovo stampo. Tempo che si perde, si accumula, e costringe i pazienti ad attese più lunghe per essere visitati. «Il database ha un lessico rigido, amministrativo e non medico», dicono all’Ordine veneziano. Bisognerebbe cambiare qualcosa. (s.b.)
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