L’Asl 10 verso Venezia e c’è chi punta su Treviso

Fusioni tra le Asl, il Veneto Orientale continua a essere a rischio. La spada di Damocle di una possibile fusione pende ancora sul capo dell’azienda sanitaria che potrebbe così perdere la sua autonomia. I sindaci del territorio, che hanno dimostrato una certa litigiosità su grandi temi, quali l’ospedale unico o il ridimensionamento dei reparti, o ancora la questione casa di cura a San Donà, hanno contribuito ad alimentare le paure di una fusione. L’ipotesi più accreditata è di un trasferimento all’Asl 12, quindi Venezia, ma c'è chi spinge anche per Treviso.
Il dibattito era stato rilanciato dal sindaco di Torre di Mosto, il leghista Camillo Paludetto: «Si parla tanto di fusioni in questo momento o di Città metropolitana, ma allora dobbiamo iniziare a pensare che per il nostro territorio, per una certa contiguità, sarebbe opportuno che l'Asl 10 passasse con quella di Treviso». Apriti cielo. Gli altri sindaci hanno iniziato a discuterne. Andrea Cereser a San Donà è stato molto misurato, ma non contrario alla fusione: «Io penso a quale sia il bene dei cittadini. Se andare con l’Asl 12 di Venezia, quindi quella territorialmente a noi più legata, comporterà un miglioramento della sanità per il Veneto Orientale allora potremo discuterne seriamente. In caso contrario, se saremo noi a perderci, non sono d’accordo». Antonio Bertoncello (Portogruaro): «Sono uno che pensa che le 22 Asl del Veneto sono molte», dice, «e prima di tagliare i servizi è giusto ridimensionarle tenendo conto della specifità territoriale e anche della Città metropolitana. Meglio ridurre dirigenti generali o sanitari, accorparsi, contenere i costi, e lo stesso dovranno fare i Comuni. Se c’è la Città metropolitana che coincide con la provincia di Venezia dovremo fare un ragionamento anche su quante Asl resteranno. Dobbiamo creare Asl che non siano solo sulla carta, ma legate alla popolazione e ai suoi bisogni. Non consideriamo solo abitanti, ma decidiamo razionalmente pensando a bisogni e patologie, ai distretti della sanità sul territorio».
Chi appare polemico è il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, che difende l'Asl 10 e la sua operatività: «Non sono assolutamente d’accordo, dobbiamo pensare a quanto la nostra Asl ha costruito in questi anni e quanto ancora potrà fare. Il direttore generale sta lavorando bene, sono state gettate le basi per avviare un dibattito sull’ ospedale unico nel Veneto Orientale tanto che già ci sono i soldi per il terreno. Dobbiamo combattere per tenerla».
Giovanni Cagnassi
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