L’Albo pretorio va in tilt Una mattinata di blackout

Un problema di software e ieri - per tutta la mattinata - l’Albo pretorio on line sul sito del Comune è andato in tilt: impossibile aprire le delibere e, per qualche ora, accedere anche alle...

Un problema di software e ieri - per tutta la mattinata - l’Albo pretorio on line sul sito del Comune è andato in tilt: impossibile aprire le delibere e, per qualche ora, accedere anche alle pubblicazioni di matrimonio. I tecnici di Venis si sono messi subito all’opera per aggiustare il guasto e - a fine mattina - l’albo pretorio è tornato visibile. Un incidente non di poco conto, dal momento che dal gennaio 2011 ai sensi di legge è la pubblicità on line degli atti quella che vale per far scattare i termini di pubblicazione delle delibere, prima della loro entrata in vigore. Lo stabilisce la legge 69/2009, la cui entrata in vigore è stata prorogata dal 2010 al 2011, ma oggi è norma.

«L'Albo Pretorio Informatico deve essere accessibile in tutti i giorni dell'anno, in via continuativa: la norma fissa una durata di pubblicazione dei diversi atti, che deve avere una certa durata, per permettere ai cittadini di prenderne conoscenza ed, eventualmente, impugnare atti dell’amministrazione che ritengono illegittimi», commenta Roberto Scano, webmaster e docente di trasparenza dei siti delle pubbliche amministrazioni, che in queste settimane ha già segnalato il Comune di Venezia al ministero della Funzione pubblica, per la mancata pubblicazione on line delle determine dirigenziali, atti spesso legati ad impegni di spesa. «Eventuali interruzioni, anche per poche ore, determinate da cause di forza maggiore, ovvero da manutenzioni dei macchinari e dei programmi necessari ed indispensabili per il corretto funzionamento del sito informatico e dell'albo», conclude Scano, «comportano la sospensione del computo del tempo: le scadenze vanno prorogate di un tempo pari al black out o gli atti possono essere impugnati e annullati». «Verificheremo l’accaduto e i termini della questione lunedì», commenta il direttore generale Marco Agostini.(r.d.r.)

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