Laganà nuovo presidente «Al lavoro per migliorare l’accesso alla giustizia»

La cerimonia di insediamento alla presidenza del Tribunale di Venezia si è svolta ieri mattina nella solennità dell’aula dell’assise a Rialto. Ma già mercoledì il neo presidente Salvatore Laganà, 65 anni, ha incontrato i rappresentanti di Ca’ Farsetti per fare il punto su uno dei “nodi” del suo mandato: il secondo lotto della Cittadella della Giustizia a piazzale Roma, con i lavori al via nei prossimi mesi, per finire nel 2021. «Mi impegnerò per i tempi e per l’adeguatezza della nuova sede», ha chiarito Laganà, «Il tutto per migliorare l’accesso alla giustizia». Ricordando poi i problemi comuni a molti tribunali, che a Venezia sono acuiti dalla specificità della città: logistica, trasporti, manutenzioni. A pesare sugli uffici, oltre che il carico da Tribunale distrettuale, anche i fascicoli dei migranti e la class action contro Volkswagen, ancora agli albori dell’iter. Una “montagna” da 76mila parti costituite e 400 scatoloni di carte.
«Ho voluto fortemente questo ufficio», ha detto Laganà davanti a colleghi magistrati, autorità civili e militari e personale del Tribunale, con un pizzico di commozione ringraziando la moglie che lo ha incoraggiato. Il riferimento è alla nomina arrivata dal Csm dopo aver vinto al Consiglio di Stato contro Manuela Farini, designata presidente nel 2016, che ha finito anzitempo il mandato.
La presidente della Corte d’Appello Ines Maria Luisa Marini ha sottolineato «la versatilità, la capacità direttiva, le doti umane di equilibrio, pacatezza e riflessione. Il cosiddetto tratto signorile di un tempo» di Laganà che, dopo aver presieduto il Tribunale di Pisa per otto anni, da uno e mezzo era presidente della Seconda sezione civile della Corte veneziana. Marini ha anche ringraziato la presidente uscente Farini, visto che nell’ultimo anno «il Tribunale ha avuto risultati eccezionali, specie nel civile, con l’incremento delle sopravvenienze ma la riduzione delle pendenze finali». Il procuratore capo Bruno Cherchi ha ricordato sì l’importanza dei numeri nella gestione della giustizia, ma anche della qualità: «La nostra non è un’attività aziendalistica, decidiamo della vita delle persone e i numeri vanno letti. Certo ci sono dati che non fanno piacere, seppur comuni a livello nazionale: viene però evidenziato un problema di tipo strutturale». Tra gli altri numeri che stanno facendo discutere la magistratura veneta, il 41% di assoluzioni in primo grado. «No all’ottica dello smaltimento a tutti i costi», ha chiarito il neo presidente. A dare il benvenuto a Laganà, il giudice Stefano Manduzio che, nel presentare il Tribunale di Venezia, ha ricordato «l’impegno appassionato e partecipato di tutte le componenti che lavorano in un Tribunale prestigioso e di lunga tradizione». —
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