Ladri sfondano il vetro per entrare in casa: «Mio figlio 15enne ferito dalle schegge»

Momenti di terrore a Noale, sabato 7 dicembre verso le 23. La madre del ragazzino: «Ha visto le torce fuori e voleva mandarli via: c’era sangue dappertutto»
Massimo Scattolin
Due macchie di sangue sulla tenda e il cartone provvisorio per coprire il foro del vetro rotto sul portoncino
Due macchie di sangue sulla tenda e il cartone provvisorio per coprire il foro del vetro rotto sul portoncino

Attimi di terrore, sabato poco dopo le 23, in una villetta di via Santa Margherita a Cappelletta di Noale.

I ladri hanno sfondato con un guanto il vetro del portoncino per entrare, pur sapendo che c’erano persone in casa. Hanno desistito solo quando hanno capito che gli inquilini, genitori e due figli, stavano chiamando i carabinieri.

Ad avere la peggio il figlio dei proprietari di casa, un ragazzo di 15 anni. Nel tentativo di allontanare i ladri, dopo aver dato l’allarme, si era avvicinato al portoncino, che ha una struttura in alluminio e dei vetri, per battere sul portone e spaventarli.

Ma proprio in quel momento il ladro ha sfondato il vetro con un pugno e il ragazzo è stato ferito dalle schegge. Subito soccorso, è stato poi portato all’ospedale per essere medicato.

È la madre del ragazzo a raccontare l’incubo vissuto.

Cosa è successo sabato sera?

«Eravamo tornati a casa da poco, saranno state le 22.40 e siamo andati a letto verso le 23. Io di solito lascio sempre accesi tutti i fari esterni, attorno a noi ci sono campi, mi sento più sicura. A un certo punto lui ha urlato “papà”. Un urlo per chiedere aiuto, si è capito subito che c’era qualcosa che non andava. Mio figlio ha la camera in fondo al corridoio. Dal suo letto vede il portoncino di entrata. E aveva visto delle ombre che si muovevano all’esterno».

E poi cosa ha fatto?

«Siamo saltati su da letto. Eravamo terrorizzati. Lui aveva visto delle luci, abbiamo gridato e poi gli ho detto subito: non aprire. Ho urlato: chiama i carabinieri».

Chi li ha chiamati?

«Mia figlia. E mentre eravamo in linea, i ladri hanno cercato di entrare».

Cosa hanno fatto?

«Mio figlio, non so come, è andato verso il portoncino. Voleva battere il vetro per spaventarli, mandarli via».

Una reazione istintiva e coraggiosa. E come si è ferito?

«Quando era vicino al portoncino il ladro ha sfondato il vetro con un pugno. Aveva un guanto di gomma. Mio figlio non ha avuto nemmeno il tempo di avvicinarsi al vetro per battere, come voleva fare».

In pratica il ladro ha sfondato il vetro e ha ferito suo figlio che era lì vicino.

«Sì, io ho anche sgridato mio figlio, dopo. Gli ho detto: ma come ti è venuto in mente di tirare un pugno al vetro? Perchè pensavo che l’avesse rotto lui. Ma lui non è nemmeno arrivato al vetro. Sono state le schegge che l’hanno ferito. C’era sangue dappertutto».

Dove è stato ferito?

«Alla base del pollice, poi più su verso il polso. La dottoressa del Suem ha detto che è stato fortunato. Se i vetri avessero preso la vena del polso non so come sarebbe andata».

E in quel momento i ladri se ne sono andati?

«Sì. Da quando ho visto il sangue e mio figlio bianco come un lenzuolo, io ho seguito solo lui. C’era sangue dappertutto, sul pavimento. Ma per fortuna poi sono scappati».

Poi sono arrivati i carabinieri e il Suem.

«Sì, i carabinieri sono arrivati poco dopo, da Noale. E anche da Mestre. Hanno trovato delle tracce di sangue sulla tenda e sul portoncino. Chissà che li aiuti a trovare qualcosa».

Suo figlio come sta adesso?

«È stato dimesso dall’ospedale, è andato dai carabinieri per la denuncia. Abbiamo preso tutti un grande spavento, qui in casa, da soli, vedendo che volevano entrare. Così non si vive bene, no».

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