L’abbraccio al nuovo patriarca Moraglia: «Francesco è uno di noi»

Venezia e Mestre accolgono il vescovo che arriva da La Spezia. Stasera cenerà con i poveri Il saluto di Pizziol: «Lui ci saprà condurre». Don Bonini: «La diocesi è in fermento». Dalle 15 su nuovavenezia.it la diretta dell'ingresso in diocesi
LA SPEZIA VESCOVO : FOTO MONSIGNOR FRANCESCO MORAGLIA VEDERE IL NOME DEL FILE PER EVENTUALE AGGIUNTA NOTA DIDASCALICA
LA SPEZIA VESCOVO : FOTO MONSIGNOR FRANCESCO MORAGLIA VEDERE IL NOME DEL FILE PER EVENTUALE AGGIUNTA NOTA DIDASCALICA

MESTRE. «Benvenuto patriarca Francesco». Oggi è il gran giorno, dopo otto mesi di “cattedra” vacante, finalmente Venezia tornerà ad avere il suo vescovo, quella figura speciale che in questo arco di tempo, da quando il cardinale Angelo Scola è stato chiamato ad altri impegni, è mancata. Francesco Moraglia partirà da Mira, per fare il suo ingresso nel Patriarcato di Venezia, facendosi largo tra la città di terra e la città d’acqua e prendere il suo posto nel cuore di uno dei luoghi più esposti e in vista al mondo.

La simpatia che i veneziani già nutrono per il nuovo pastore si tasta con mano. Sarà forse il sorriso benevolo con il quale viene ritratto nelle immagini che stanno facendo il giro delle comunità ecclesiali. E può darsi centri quella sua aria un po’ sommessa e un po’ spirituale ma altrettanto acuta, che non sembra per nulla legata a cliché e stereotipi delle alte sfere, ma spontanea e sincera.

E c’è poi il saluto, che in tanti hanno letto, dedicato proprio a tutti, lontani e vicini alla Chiesa, che è piaciuto un sacco per le parole semplici, che arrivano a destinazione. Così oggi, la città anfibia è in fibrillazione, ansiosa di stringergli la mano e pare nessuno si ricordi già più che al momento della nomina era stato definito “foresto” (arriva da La Spezia), mentre ancor prima del suo arrivo, è già il patriarca “dei due mari”.

I momenti centrali della prima giornata, dedicata a Mestre, sono tre. L’incontro con il mondo del lavoro che si svolgerà a Marghera, luogo simbolo della produzione, nella chiesa di Gesù Lavoratore. Il grande abbraccio dei giovani nella chiesa del Sacro Cuore e l’incontro con i più e meno fortunati, le numerose persone che ogni sera affollano la mensa di Ca’ Letizia per assicurarsi un piatto caldo. Anche loro sono eccitati, e se c’era un modo per strappare un accenno di sorriso a chi non ha qualcuno che lo aspetti a casa ogni sera davanti ad un patto di pasta, Moraglia l’ha trovato. Un dono grande. «Siamo emozionati - racconta il responsabile della mensa Stefano Bozzi - è un gesto diverso da quello che ci si aspettava e per questo più significativo, il fatto poi che abbia voluto dare un basso profilo all’evento, ce lo fa sentire ancor più uno dei nostri. Oggi i protagonisti saranno i poveri e il patriarca vuole incontrare proprio loro, noi siamo solo uno strumento, questo è bello». La mensa ospita 120 persone, quelle che ci stanno ogni sera. Qualcuno è stato avvertito, qualche altro no. La cena, che generalmente è fissata per le 18.30, è stata spostata alle 19. Pezzo forte del menù il risotto al radicchio. E l’impegno di cuochi e cuoche per far sì che sia buono, sarà quello di sempre, assicurano da Ca’ Letizia.

A Venezia domani, tra le autorità ecclesiastiche presenti, ci sarà anche il vescovo Beniamino Pizziol, che in questi mesi ha rivestito il ruolo di amministratore apostolico della diocesi, traghettandola da Scola a Moraglia. «Dopo un periodo di tempo abbastanza prolungato - ha scritto in questi giorni -, il Patriarcato di Venezia accoglie il suo nuovo pastore in un giorno particolarmente significativo per la storia della città, la solennità dell’Annunciazione e dies natalis di Venezia. Accogliamo il nuovo patriarca con spirito di fede e con serena e costruttiva disponibilità a lasciarci da lui condurre».

L’arciprete del Duomo, don Fausto Bonini, gli ha dedicato un editoriale: «Tutta la diocesi è in fermento. Anche la città di Mestre, attraverso Piazza Maggiore, esprime il benvenuto al nuovo patriarca. Un ingresso segnato da tre momenti importanti: operai, giovani e poveri, tre gesti che significano tre segnali di preferenza nel futuro del nostro vescovo». E sono il motivo per il quale Moraglia piace già.

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