La sorpresa Fogliata al vertice degli avvocati «Apriamo ai giovani»

Il legale ha avuto la meglio per 79 voti su Marco Vassallo «Ora dialogo con la magistratura. Prescrizione? Follia»



Gli avvocati penalisti veneziani hanno un nuovo presidente. Centottantaquattro a centocinque, settantanove voti di differenza. Tanti sono bastati a Renzo Fogliata per l’elezione a presidente della Camera Penale Veneziana. Venerdì sera il verdetto, che ha portato alla nomina del successore di Annamaria Marin e al rinnovo di tutte le cariche elettive dell’organo di rappresentanza dei penalisti veneziani. Fogliata l’ha spuntata su Marco Vassallo, fino a pochi giorni fa vice-presidente della Camera Penale oltre che co-responsabile dell’Osservatorio Consigli Giudiziari presso l’Unione delle camere Penali Italiane e figlio di Eugenio Vassallo, storico ex presidente della Camera Penale veneziana. Una candidatura, quella di Vassallo, data in un primo momento come favorita nella corsa alla carica rappresentativa. Che però ha poi dovuto fare i conti con il recupero, in termini di preferenze, da parte dello sfidante, la cui candidatura è stata ufficializzata a inizio novembre. Veneziano, 57 anni, Fogliata ha un diploma di liceo classico al liceo Foscarini e una laurea in giurisprudenza con pieni voti all’università di Padova. È stato procuratore legale per dieci anni, passando per gli studi dell’avvocato Piero Longo e di Emanuele Fragasso. In mezzo, anche una lunga esperienza come assistente alla cattedra di diritto penale e di procedura penale a Padova. Dal 1998 esercita la professione a Venezia. Nel suo curriculum, molti tra i casi più noti all’opinione pubblica: Serenissimi, fallimento Aeroterminal, Mose. Fogliata è un venetista convinto, come dimostra un suo accalorato intervento a fine ottobre alla convention di lancio del partito dei Veneti a Padova. Si dichiara cultore di storia veneta e del diritto veneto, con alle spalle numerose conferenze e dibattiti. E infatti, il suo esordio alla presidenza dei penalisti veneziani è un richiamo alle radici: «Siamo eredi di una tradizione plurisecolare, Venezia è un foro prestigioso, ammirato fin dal quindicesimo secolo per la sua avvocatura. Non dimentichiamocelo».

Parte da qui, la presidenza targata Fogliata. Lui stesso, racconta, non si aspettava la nomina: «Un risultato sopra le aspettative, dietro c’è una squadra di giovani avvocati che ha lavorato tanto». Già, i giovani. Proprio un loro maggiore coinvolgimento, dice l’avvocato, sarà uno dei punti fondamentali del suo mandato. «Vogliamo aprire gli organi sociali ai giovani avvocati, per farli intervenire nell’interlocuzione con la magistratura». Eccolo il secondo punto nell’agenda. Negli ultimi anni, secondo il nuovo presidente dei penalisti, il ruolo della difesa nel processo penale si è annebbiato. Ecco un esempio: «Con la magistratura - spiega Fogliata - ci si accordava sul funzionamento degli uffici, ne va del nostro ruolo. Ora non è più così, e il nostro compito è di rilanciare questa funzione». Inevitabili, poi, le riflessioni sull’attualità politica. E su quella riforma della prescrizione in vigore dal nuovo anno. Su cui il giudizio è netto: «Pensare che una persona debba rimanere sub iudice per tutta la vita è una follia, appannaggio di uno stato autoritario. Sì, siamo preoccupati».

Padre di quella riforma è lo stesso ministro Alfonso Bonafede, al centro negli ultimi giorni delle polemiche del mondo giuridico per la sua uscita a Porta a Porta, secondo cui un reato è colposo ogniqualvolta non si riesca a dimostrare il dolo. «Che la politica abbia competenze tecniche - taglia corto Fogliata - è un’illusione. Non commento l’uscita del ministro, dico solo che su certi argomenti serve cautela. E ho detto tutto». —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia