La sorella: «Sempre al lavoro e disponibile ad aiutare tutti»
san donà
Giorgio Amadio era molto conosciuto in tutto il basso Piave, la sua terra d’origine cui era molto legato. Originario della frazione di Calvecchia, il 62enne aveva sempre lavorato nel settore ortofrutticolo, prima in azienda e poi in proprio aprendo la sua prima attività in centro a San Donà. Il primo negozio lo aveva aperto in via Stefani poi il trasferimento, 36 anni fa, nel più grande e moderno negozio di via della Ferriera che a San Donà è un’istituzione.
I prezzi accessibili, l’incredibile varietà della scelta. Il clienti ormai da decenni scelgono questa ortofrutta per la fiducia nel proprietari e le dipendenti sempre gentili e veloci. Un’azienda ormai avviata. Ma Giorgio si ritagliava un po’ di tempo anche per le sue passioni. Amava anche lo sport e in particolare il calcio, oltre che il tennis. Da giovane aveva militato nella formazione del Pramaggiore, poi aveva allenato le formazioni giovanili al Don Bosco di San Donà quindi a Musile. Un allenatore molto amato dai ragazzi per la competenza, la fermezza, ma anche la generosità.
Non solo una guida nello sport, ma anche nella vita. Sposato con l’amata Lucia, aveva avuto due figli, Federico di 33 anni e Elison di 29, a lui tanto legati. E con Elison aveva iniziato anche a giocare a tennis da qualche tempo. La famiglia era molto unita e lui era il punto di riferimento. «Un lavoratore instancabile», ricorda la sorella Andreina, «e poi una persona buona come tutti possono ricordare, generoso con tutti. Era sempre pronto ad aiutare chi gli chiedeva una mano». Si alzava la mattina all’alba per andare ad acquistare la frutta migliore. Un collega, Massimo Battistello, titolare del fruttivendolo al Campanile, è affranto dal dolore: «Lo vedevo spesso, ai mercati di Marghera. Se fosse venuto là non sarebbe accaduto nulla. Il nostro lavoro è tremendo, implica tanto sacrificio, ci alziamo prima dell’alba e siamo sempre in giro con i nostri mezzi, esposti a tanti pericoli. Ci mancherà, era una brava persona». —
Giovanni Cagnassi
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