La sfida di Humus A Santa Marta non solo universitari

Disegnato da Simone Baldan e Nicola Ceciliot, a guidarlo il manager Federico Menetto: «Luogo aperto a tutti»

Santa Marta ha un nuovo locale che ha l’obiettivo di essere un ponte tra i giovani e i più attempati. Si chiama Humus perché nasce in un contesto dove convivono più realtà e le differenze vengono valorizzate. Un microcosmo che riflette la società del futuro e che viene metaforicamente rappresentata dalla scelta del cibo, un cast gourmet, come lo chiama Federico Menetto, il manager che ha contribuito a ideare il progetto voluto dal presidente Maurizio Carvelli della Fondazione Camplus.

Il locale, grande 400 metri quadrati con un centinaio di posti all’interno e altrettanti all’esterno, si trova infatti all’interno del complesso di residenze universitarie di Santa Marta, ma è accessibile dalle 8 alle 22 (ora alle 18) a tutti, con un ingresso dalla riva di San Basilio e uno invece dalla calle per entrare all’università di Ca’ Foscari. Il locale, ideato dallo studio di architettura di Mestre di Simone Baldan e Nicola Ceciliot, è un progetto pilota che potrebbe fare da apripista per le altre residenze universitarie di Camplus. «La nostra mission era quella di creare un posto dove gli studenti si possano sentire a casa e dove i residenti possano accedere sentendolo come un luogo del proprio quartiere» spiega Menetto. «L’atmosfera è frizzante perché qui siamo in un luogo pieno di studenti proveniente da tutto il mondo dove si parlano più lingue ed esistono quelle che io chiamo diverse tribù gastronomiche». Per rispecchiare anche in cucina la filosofia del posto si sono scelti due cuochi particolari: lo chef principale è il veneziano Christian Scarpa che ha una lunga esperienza alle spalle, prima nella gestione di un locale a Pellestrina e poi in quella del Pachuka al Lido, affiancato dall’aiuto cuoco Filippo Gellidon Carlo di 30 anni e di origine filippina. La sfida infatti è anche quella di rispecchiare nel piatto la commistione di culture e di arricchire le differenze.

A gestire invece l’intero locale saranno due giovani laureati con master: Michele Pasotti e Alberto Vianello. «Abbiamo voluto di proposito investire sui giovani che vogliono fare impresa» prosegue Menetto. «È un momento complesso per l’Italia, ma il progetto prevedeva già una disposizione dei tavoli distanti e dopo le 18 facciamo delivery». Per chi invece volesse provare lo spazio la zona all’aperto dà proprio come vista sul Canale della Giudecca. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia