La sfida dell’osteria: «Spacciatori al bando dove c’è convivialità»

La coop Controvento punta a rilanciare il ristorante La Pergola Cibo a km zero, degustazioni, eventi: «Luogo per il quartiere»

MESTRE. «Il quartiere va presidiato e non solo pattugliato. Dove c’è convivialità, non può esserci spaccio». È con questo spirito che la cooperativa sociale Controvento, già presente a Forte Marghera dove oramai è un must (la festa della Birra è iniziata l’altroieri), ha deciso di rilanciare La Pergola di via Fiume, l’antico ristorante garanzia di qualità, un tempo ritrovo dei mestrini ma chiuso da diversi mesi.

Il nuovo corso di quella che si candida a diventare l’osteria a chilometro zero del quartiere Piave è stato lanciato da un gruppo assai unito. Tra loro c’è l’oste Giovanni Gallo, colui che sceglierà un menù sempre differente e che ha abbracciato i valori della cooperativa sociale, decidendo di puntare su stagionalità e chilometro zero. «Vorrei ritornare a dar vita a questo locale, con la sua storia e le sue caratteristiche, puntando su una convivialità non formale», spiega.

Ecco perché in programma ci sono appuntamenti culinari, degustazioni di vino e food, ma anche serate musicali a tema e molto altro. «Vorremmo che fosse un’osteria di quartiere, che chiunque entri qui si sentisse sereno e a casa propria», chiarisce. Della squadra fanno parte Anna Simeoni, Shamin Molla, Veronica Brugnerotto e Raman Anisur. Con loro ci sono Alberto e Lorenzo Cazzador, e Giuliomaria Garbellotto. Il cibo arriverà dal parco rurale di San Floriano dove la cooperativa sociale alleva polli, vacche, maiali, e coltiva verdura. E poi da piccoli produttori, slow food e biologici.

Importanti – spiegano – saranno i momenti di aggregazione, perché il quartiere si presidia grazie all’animazione. «Riapriamo per rilanciare quest’area: dove c’è convivialità, non può esserci spaccio, come insegna lo sviluppo della grandi capitali europee». Insomma, via Piave punta ancora sui locali, sulle nuove aperture e sulle rivisitazioni, convinta che cambiare pagina si possa, anche grazie all’impegno di cooperative e imprenditori che in città credono e investono. —


 

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