La sfida degli ultimi “giapponesi” del Centro Tom. «Il progetto resta valido, noi non ci arrendiamo»

Appesi a un filo
«Ah, come si stava bene negli anni di Antonio “Toni” Tommasini, quando era tutto il centro commerciale era come una grande famiglia. Poi c’è stato il passaggio agli arabi e tutto è cambiato». Questo è il concetto comune che esce dai frequentatori del Tom Village, all’indomani della notizia della sentenza del tribunale che ha decretato il fallimento di Tom Village. Nella struttura sulla Noalese c’è incredulità ma anche la speranza che qualcuno si faccia avanti, investa dei soldi e faccia ripartire tutto. E lo spera chi in questo momento sta tenendo aperto in attesa di capire cosa riserverà il futuro. Già ma chi è disposto a mettere tanti soldi?
Ieri il centro era quasi deserto, solo pochi clienti, una sessantina di vetture in parcheggio, quando ai tempi d’oro arrivavano fino a un milione e mezzo di clienti l’anno. I negozi aperti non arrivano a dieci. C’è chi come i responsabili di Vicotex (abbigliamento con sede a Milano) credono di una rinascita.

«Siamo un po’ spaesati per quanto successo» spiega l’amministratore Alessandro Binotto «ma abbiamo tutte le buone intenzioni per andare avanti. Siamo qui dal 22 dicembre (dovrebbero restare sino al 28 febbraio come ad accordi per affitto del ramo d’azienda ndr) ma il nostro obiettivo è proseguire oltre, creando un polo attrattivo con marchi di capi importanti ma al giusto prezzo. In questi giorni stiamo ricevendo della merce, stiamo proseguendo come sempre, crediamo nel centro Tom. Se ci dicessero di chiudere sarebbe grave per noi: abbiamo investito molti soldi».
Gli fa eco il responsabile del progetto Vicotex Fabio Lunardon, da 30 anni nel settore moda. «Per noi oggi (ieri ndr)» osserva «è una normale giornata di lavoro. Anzi, le dirò, per il fine settimana abbiamo in programma pure degli incontri con dei rappresentanti di società per sviluppare dei progetti insieme qui a Santa Maria di Sala. Siamo arrivati qui con umiltà, convinti che la struttura possa tornare al ruolo che merita. Il territorio offre molte opportunità e non ci tiriamo indietro: vogliamo andare avanti». C’è chi, invece, al Tom ci lavora da una vita, che ricorda i tempi belli del centro, quando il parcheggio, già grande di per sé, era insufficiente a contenere tutte le auto.

Oreficeria Dal Maso è il tipico caso di chi qui dentro le ha viste tutte: i titolari pagano l’affitto e guardano il vuoto intorno a loro. «Il timore più grande è rivolto a chi è senza lavoro», dicono Valerio Dal Maso e il nipote Matteo Dal Maso, «ma il nostro obiettivo è rimanere qui, non ce ne vogliamo andare. Anzi, al contrario, speriamo che qualcuno possa creare le condizioni per riportare Tom al suo vecchio splendore, rimetta questo centro in funzione. Il 2020 è stato brutto, le tasse da pagare non sono state tolte e già a fine 2019 si era capito che qualcosa non andava. Fa male vedere tutto questo».
Chi ci sta davvero male è una dipendente di Tom Village, Leda Biotto, venuta ieri al centro dopo 11 mesi. La sua storia è uguale ai suoi 170 colleghi, anche se una settantina di loro adesso è inserita nella società Clt.

«Sono stata assunta nel novembre 1989», rivela, «e non entravo qui da febbraio, da quando ci hanno lasciati a casa. Ho preso sì la cassa integrazione ma avanzo qualche stipendio e il trattamento di fine rapporto. Che ho fatto quest’anno? La mamma e la casalinga». La donna ricorda i tempi belli andati, quelli di Antonio Tommasini. «Quelli sì che erano anni», aggiunge, «dove tutti ci conoscevamo, stavamo bene ed eravamo una grande famiglia. Feci il colloquio proprio con “Toni” Tommasini. La nostra forza erano i clienti, erano fidelizzati a noi, qui manco si riusciva a entrare da quante persone c’erano. Ora sono desolata, avvilita, mai avrei pensato di vivere una situazione de genere. Lavoravo all’Arredo Casa, sono stata impiegata in diversi reparti, fare questo mestiere mi è sempre piaciuto. Adesso tutto questo non c’è più: vedo un vuoto totale, mi sale la depressione».
Intanto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil si stanno sentendo per organizzare una manifestazione nei prossimi giorni. —
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