La protesta a Marghera «Una cosa vergognosa»

Sono più di cinquanta i genitori con bambini che, al primo giorno di chiusura delle elementari e asili del circolo Grimani a Marghera, si sono radunati, dopo un veloce passaparola il pomeriggio del giorno prima, davanti alle scuole elementari “Visintini” prima e “Grimani” dopo, per evidenziare il proprio dissenso per la chiusura di alcuni giorni dei plessi scolastici decisa dal dirigente Claudio Marangon. La protesta, durata poco più di un’ora, è culminata con l’ingresso nella scuola Grimani di una folta delegazione di genitori per avere chiarimenti dal dirigente scolastico che, però, non era presente e ha delegato la vicepreside a cercare un dialogo, chiedendo intanto ai genitori di allontanarsi dalla sede scolastica per non rischiare l’arrivo delle forze dell’ordine per occupazione abusiva di edificio pubblico. Dopo alcuni momenti di tensione, i genitori, grazie alla mediazione dei rappresentanti di istituto e alle rassicurazioni su una veloce soluzione del caso e la pronta riapertura delle scuole, sono usciti, ma tutto è solo rimandato a lunedì quando, dopo il confronto tra dirigenza e ditta appaltatrice dei lavori di pulizia, la situazione sarà più chiara.
Nel pomeriggio è arrivata la replica del dirigente scolastico che ha rassicurato che si sta facendo di tutto per risolvere al più presto la situazione, e conferma gli incontri previsti per poter riaprire già martedì i plessi delle elementari Visintini e Grimani e dell’infanzia Collodi e Giovanni I. «Come già detto al momento della consegna della circolare», ha detto, «mi rendo conto che la mia è stata una decisione drastica, ma bisognava prima di tutto garantire l’igiene e la sicurezza dei bambini all’interno delle strutture, e questo non era possibile».
Tornando alla protesta, ieri mattina alle 8.15, una ventina di genitori dei bambini della elementari “Visintini” si è data appuntamento davanti alla scuola di Piazzale Martini delle Foibe per un primo sit-in. In gruppo, si sono poi uniti ai genitori della “Grimani” di via Rossarol e, in più di cinquanta, hanno continuato la protesta davanti alla direzione del plesso scolastico. «È una situazione da terzo mondo», dice una delle portavoce della protesta, Anna Guarinoni, «la situazione all’interno della scuola intera, mensa, aule, bagni, spazi comuni, è terribile e veramente vergognosa. Sopportiamo questi giorni di chiusura solo nella speranza che al rientro venga garantito il trattamento adeguato per la salute dei nostri figli». Giorgia Turi e Claudia Carbonin fanno parte del consiglio d’istituto, e sono loro le voci che cercano una mediazione tra le parti: «Se il dirigente ha prima cercato tutte le possibili soluzioni e la chiusura era l’unica possibile, allora può aver fatto la scelta giusta, ma questa situazione doveva essere risolta a monte, prima di portare a questo atto estremo che va a scapito dei genitori e dei bambini, che a scuola vogliono entrare».
Massimo Tonizzo
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