«La musica nel sangue, un ragazzo d'oro»

Duettava con la zia cantante, sgomento nel quartiere Aretusa
Una foto tratta dal sito dell’orchestra Mirage
Una foto tratta dal sito dell’orchestra Mirage
 Con il sax tra le dita c'era nato, Mattia Boscolo. Suonare era la sua passione, la musica la sua ragione di vita. Ieri mattina nel quartiere Aretusa in viale San Marco, a due passi dalla chiesa di San Giuseppe, regnava lo sconcerto. Mattia abitava con la zia Diana e la nonna al civico 69, vicino al laboratorio di pasticceria «Loredana». Era cresciuto qui, dove tutti si conoscono. «Un ragazzo dal cuore d'oro - racconta la zia, straziata dal dolore - Una persona splendida, con moltissimi amici che gli volevano bene. Ragazzo meraviglioso, con l'animo buono».  In casa ci sono la nonna e i parenti più stretti. A dare per primo la notizia alla famiglia è stato il cugino, vigile del fuoco. Al momento dell'incidente non era di turno: i colleghi l'hanno avvertito dalla sala operativa non appena hanno capito di chi si trattava. Mattia e la zia erano attaccatissimi, facevano dei duetti: lui dava fiato al sax, lei cantava. Una famiglia con la musica nel sangue: il papà di Mattia, anche lui sassofonista, fa parte dell'orchestra di Gianni Dego, molto conosciuta, e da poco era sbarcato da una nave da crociera. Il figlio sapeva suonare il sax tenore e quello contralto, ma era abile anche con il flauto traverso. Ore di prove, lezioni private e poi il conservatorio a Venezia. Il suo sogno era guadagnarsi da vivere come professionista e ci stava riuscendo. In un primo tempo aveva girato varie orchestre, poi era approdato alla Mirage. Dopo qualche anno con loro, mentre ancora aveva un altro lavoro per mantenersi, era passato con l'orchestra dei «Rodigini». Non appena c'è stata la possibilità, però, è tornato con la Mirage, che nel frattempo era cresciuta e girava mezza Italia per fare serate. Un gruppo giovane, formato da ragazzi affiatati. Prima aveva iniziato con le prove, poi con gli appuntamenti veri e propri. Il lavoro non mancava, il cartellone era pieno, perciò era felice. «Non era solo bravo, era bravissimo - ricorda il cantante dei Rodigini, Francesco Neodo - Mattia amava molto il jazz. È stato con noi per un po', ha sostituito il nostro sassofonista, che era anche il suo maestro, poi è tornato con l'orchestra Mirage. L'ho visto qualche sera fa al Palacover, ad una manifestazione di orchestre, e devo dire che era davvero in forma».  In via Aretusa la notizia si è sparsa velocemente. «Ogni tanto veniva a prendersi una pastina - racconta Loredana titolare dell'omonima pasticceria - Ieri mattina (mercoledì ndr) era passato di qui, si era tagliato i capelli corti corti, stava molto bene. Lui e la zia avevano anche suonato per noi, a qualche festa a casa nostra, erano bravissimi». Il più sconvolto è il titolare, Umberto. Ha le lacrime agli occhi: «Un giovane timido, riservato, che si faceva sempre riguardo. La Romea produce solo morti: devono fare qualche cosa».

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