La Marina si prende cura dell’Arsenale

Insieme alla Soprintendenza continuano i cantieri: conclusi i lavori negli edifici degli Squadratori e delle “Novissimette”
Di Alberto Vitucci

Le antiche mura merlate pericolanti. Acqua dal tetto della Torre Campanella e della Casa del Bucintoro. La Marina si prende cura dell’Arsenale. E insieme alla Soprintendenza ha avviato un importante programma di restauri della parte sud-ovest del complesso monumentale. Un piano illustrato ieri in una cornice originale, la nave portaelicotteri San Marco, ormeggiata in Bacino. «Collaborazione fra autorità dello Stato che ha dato ottimi frutti», la definisce l’ammiraglio comandante dell’Arsenale Marcello Bernard. «Per fare buoni restauri non occorrono grandi cifre a disposizione», dice l’architetto della Soprintendenza Ilaria Cavaggioni. Soddisfazione reciproca per i restauri importanti ultimati o in cantieri all’interno dell’Arsenale. Negli edifici degli «Squadratori» e delle «Novissimette», e nella parte a ovest della Darsena Grande rimasta alla Marina, con la scoperta di una preziosa scala settecentesca.

Un elenco di restauri che testimoniano, ha detto l’ammiraglio, «della volontà della Marina di conservare il patrimonio storico architettonico che le è stato affidato, aprendo nuovi spazi anche alla comunità veneziana». Una realtà ben visibile nella nuova sala convegni degli Squadratori. Duemila metri quadrati con una capienza per ora di 300 persone. Impianti tecnolcogici all’avanguardia, scala di emergenza in ferro, consolidamento dello splendido solaio ottocentesco. Con una sala più piccola ricavata negli altrettanto preziosi locali del «Magazzino 41».

«150 metri del muro perimetrale dell’Arsenale, sul rio delle Gorne», ha spiegato il dirigente tecnico del Genio militare, il tenente di vascello Filippo Franconacaro, «erano pericolanti, li abbiamo messi in sicurezza». Restauro filologico anche per l’edificio detto delle «Novissimette», con il recupero dei solai pericolanti e la messa in sicurezza. E la scoperta di una scala monumentale del Settecento, murata per secoli, che adesso consentirà di ricavare un’uscita di sicurezza per la grande sala degli Squadratori, dove si è svolto l’ultimo simposoio delle Marine europee, e di aumentarne la capienza.

Altro importante lavoro di recupero ha riguardato la torre della Campanella, inutilizzabile per le infiltrazioni di acqua piovana. Nuova scala di sicurezza in acciaio e legno all’interno. Travi e tiranti hanno consentito di salvare la Casa del Bucintoro, edificio trecentesco con capriate palladiane e portale opera di Sammicheli aggiunti nel Cinquecento. Adesso sarà la Soprintendenza, con un finanziamento di 400 mila euro messo a disposizione dal ministero dei Beni culturali, a restaurare completamente il tetto. «La Casa del Bucintoro», ha annunciato l’ammiraglio, «potrà così tornare agibile ed essere aperta al pubblico».

Un altro restauro riguarda la trecentesca mura dietro la Casa del Bucintoro, che stava cadendo a pezzi. Interventi che non costeranno più di un milione di euro, e consentiranno di recuperare una parte importante di Arsenale. Che va ad aggiungersi alle parti già restaurate negli ultimi decenni come le Corderie, le Gaggiandre, la gru Armstrong, le Tese e più di recente le Sale d’Armi e le Artiglierie, spazi affidati alla Biennale. E anche alla parte divenuta di proprietà del Comune, come la Torre di Porta Nuova e la Tesa 105. Restauri in corso anche per il Museo navale. «La collaborazione con la società Vela prosegue», ha detto l’ammiraglio, «e porterà al grande museo che comprenderà anche la visita al sommergibile e alla Motozattera».

Oggi intanto, giorno del vertice Renzi-Hollande a palazzo Ducale, la nave San Marco resterà in Bacino. In mattinata è prevista la commemorazione dei fanti di Marina morti nella difesa di Venezia nella prima Guerra mondiale.

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