«La green economy è già realtà»
Green economy. Anzi, green factory, una fabbrica ecologica che trasformi in ricchezza quello che oggi è visto come rifiuto costoso e inquinante. Parte da Marghera la nuova politica per il «recupero sostenibile» delle zone industriali. «Venezia diventa punto di riferimento per una nuova tecnologìa pulita», dice il sindaco Giorgio Orsoni. Nei giorni in cui si parla dell’inquinamento dell’Ilva di Taranto, il tema è più che mai di attualità. Il ministero per l’Ambiente ha messo a disposizione 9 milioni di euro per l’avvio in partnership con i privati, di progetti pilota nel campo dell’energìa. A Marghera il progetto si chiama «Ecodistretto», Comune e ministero per l’Ambiente, in base all’accordo del 29 dicembre 2010, lo stanno portando avanti con Veritas. «In questo modo non useremo più le discariche», dice l’amministratore delegato Andrea Razzini. «I rifiuti da problema e costo diventano opportunità e risorsa», dice l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin. Dunque, produzioni con materiali riciclati e compost utilizzato per far funzionare le centrali elettriche, campi fotovoltaici e una centrale a biomassa da 0,6 megawatt. Ma anche edifici ecocompatibili e «autosufficienza energetica». «Un nuovo modello che va esportato», dice con una punta di orgoglio l’assessore alle Attività produttive Antonio Paruzzolo, «e soprattutto una svolta: rendendo possibili queste cose contiamo di attirare investitori italiani ed esteri». Solo a Marghera i benefici ambientali prodotti dagli interventi dell’Ecodistretto riguardano una produzione di energìa di 7300 megawatt l’anno da fonti rinnovabili con un abbattimento di emissioni di Co2 di circa 3800 tonnellate l’anno.
Il secondo progetto pilota è quello dell’is ola della Certosa. Anche qui partner privato (Vento di Venezia) pannelli solari e riciclo di materiali, uso del legno per alimentare una centrale a biomassa – anche se per questo occorre modificare la Legge Speciale, che nel 1973 vietava l’emissione di fumi da legna nel territorio veneziano. «Ci si può pensare», ha detto Clini all’amministratore della Certosa, Alberto Sonino, «dopo quarant’anni le tecnologìe sono cambiate, le leggi vanno aggiornate».
Anche la bonifica avrà nuove regole, come previsto dall’accordo di aprile 2012. Le aree riutilizzate a fini industriali andranno isolate e conterminate e non più bonificate, con tempi e costi minori.
Ieri a Ca’ Farsetti anche il presidente della Biennale Paolo Baratta ha portato il suo contributo alla Green economy. Illustrando uno studio con progetti per il risparmio energetico nelle sedi della Biennale: Giardini, Arsenale, Lido. Un nuovo impianto fotovoltaico sui tetti del palazzo del Cinema ex Casinò potrà produrre 230 kilowatt, un impianto al Padiglione Centrale dei Giardini altri 210. mentre un nuovo «scambiatore con acqua di laguna» nella Sala d’Armi all’Arsenale garantirà un sensibile risparmio di energìa. Il costo dei due impianti fotovoltaici sarà di circa 800 mila euro l’uno. «Si pagherà in 4 anni», dice Baratta.(a.v.)
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