La famiglia Alessandri contro i tre commissari

Sacaim, i proprietari dell’impresa edile in amministrazione straordinaria hanno presentato ricorso al Tar del Lazio contro la scelta dell’ex ministro Romani
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA

In attesa dell’ennesima udienza del 19 marzo davanti al giudice del Tribunale Andrea Fidanzia, Pierluigi e Domizia Alessandri hanno presentato per conto della Sacaim ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, chiedendo la revoca dei tre commissari nominati da Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico del governo di Silvio Berlusconi. Stando alla famiglia Alessandri, storica proprietaria del colosso edilizio veneziano, la procedura di amministrazione straordinaria approvata dal Tribunale lagunare è stata avviata per evitare la liquidazione dell’importante azienda e gli avvocati romani Giuseppe Benedetto e Angela Vecchione e il commercialista milanese Paolo Vergani avrebbero dovuto prendere nelle loro mani la «Sacaim» per rilanciarla, invece sostengono che ci sia il rischio che il loro modo di agire «comprometta l’attività dell’azienda». Il provvedimento di nomina dell’ex ministro Romani è un atto amministrativo contro il quale e il Tar del Lazio a dover valutare. Tra l’altro, si è trattato di una scelta discussa e completata dopo che l’avvocato veneziano Marco Cappelletto, ora nominato commissario per la «Pansac», inizialmente scelto aveva declinato la nomina in seguito al fatto che gli erano stati affiancati i due legali romani.

In Tribunale a Venezia, intanto, non è ancora concluso l’esame dei credito, che sono migliaia e molti dei quali inizialmente i tre commissari avevano escluso. E’ stato poi, udienza per udienza, il giudice Fidanzia ad esaminare caso per caso ed a mettere in discussione la scelta dei commissari, accogliendo almeno due terzi di quelli esclusi. L’esame, comunque, non è ancora terminato. Dopo il cambio di guardia al ministero, ora a quello dello Sviluppo economico c’è Corrado Passera, sarebbe già stato avviata la procedura per revocare la nomina di Benedetto, Vecchione e Vergani e non è escluso che la decisione politica arrivi prima della sentenza dei giudici amministrativi romani. Anche se, probabilmente, sarà necessario attendere che siano concluse le udienze per stabilire lo stato passivo con i creditori, in modo che se venisse nominato un nuovo commissario non sarebbe costretto a riprendere in mano le posizioni di tutti i creditori per riesaminarli nuovamente una per una. Un lavoro davvero complicato e lungo, che se rifatto farebbe allungare ancor più i tempi. E le centinaia di piccole e medie imprese creditrici della Sacaim hanno protestato proprio per i tempi lunghi , che impedisce loro di ottenere ciò che avanzano o, almeno una parte, soldi che in un momento di crisi fa loro comodo.

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