La ciclabile intitolata all’ex sindaco Polo «Simbolo di impegno»

DOLO
“Vivere è pensare e operare”. Il motto di Alberto Polo, il sindaco di Dolo morto il 4 gennaio per un tumore, sarà scritto per sempre in quel totem sulla pista ciclopedonale dal capoluogo a Sambruson. Ieri, in quello che sarebbe dovuto essere il suo 47esimo compleanno, il sindaco pro tempore Gianluigi Naletto, la giunta e il consiglio gli hanno fatto un regalo: intitolargli quel tratto di opera da 1,2 chilometri che lui stesso aveva voluto e che si era battuto per realizzarla. Adesso quella stessa opera sarà completata con il tratto sino al cimitero di Sambruson. Ieri a centinaia hanno partecipato alla cerimonia. Presenti anche i genitori di Polo, Giuseppe e Antonietta Gallo, la moglie Claudia, i figli Adelaide e Gherardo, oltre a rappresentanti delle forze dell’ordine, sacerdoti e tanta gente comune.
Si tratta della prima delle iniziative pensate dal Comune per ricordare la figura del sindaco scomparso: il prossimo appuntamento è domenica alle 20.30 in piazza Cantiere, dove il Trio del Giglio interpreterà un ricordo musicale per pianoforte e archi a cura della Fondazione Ugo e Olga Levi. «“Vivere è pensare e operare” è il motto di Alberto», dice Naletto poco prima di scoprire il totem, «Una frase alla quale si aggrappava nei momenti duri del suo impegno politico e amministrativo. In un contesto di cambiamenti, tensioni, ambivalenze, paure, non è semplice offrire sempre una direzione, arrivare ad una decisione che faccia sintesi, accontentando tutti. Lo slogan è stato coniato da Giuseppe Toniolo, grande economista e sociologo cattolico nato a Treviso, da poco trascorsi cent’anni dalla sua morte, proclamato beato dalla chiesa nel 2012». Poi c’è un pensiero per Polo, di cui Naletto era il vice. «Questa pista rappresenta il suo volto pubblico», continua, «e la sua coerenza nel mantenere fede a un impegno verso la comunità ambrosiana e dolese tutta, laddove nessun amministratore locale c’era riuscito. Un’opera promessa e realizzata». Al termine è stata letta anche una lettera a nome dei genitori. «Ti ringraziamo per averci permesso», scrivono, «pur nella tua breve vita, di essere stati testimoni della fedeltà ai tuoi principi. Ti ameremo per sempre e ci manchi tanto». —
Alessandro Ragazzo
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