La Cgil avverte l’Albany «No alla precarizzazione»

Ballò di Mirano. Il sindacato contro i metodi della nuova dirigenza dell’azienda Domani indetta un’assemblea. Situazione pesante anche alla Ca’ d’Oro di Fiesso
Ball˜ di Mirano (Venezia): Albany International 19/08/2003 © Light Image studio Iannuzzi
Ball˜ di Mirano (Venezia): Albany International 19/08/2003 © Light Image studio Iannuzzi

MIRANO. Sindacati sul piede di guerra nel comparto tessile e calzaturiero della Riviera del Brenta e del Miranese. Il caso più scottante è quello che riguarda la Albany International, multinazionale dell’abbigliamento con oltre una cinquantina di dipendenti a Ballò.

Domani la Filctem Cgil ha indetto una assemblea straordinaria per difendere i diritti dei lavoratori e per denunciare quello che definisce un vero e proprio comportamento antisindacale. Per la Cgil si rischiano precarizzazioni del personale quando invece c’erano in maggioranza contratti a tempo indeterminato. «In questi ultimi mesi» spiegano il referente di zona Michele Pettenò e il segretario provinciale Filctem Riccardo Colletti «stiamo registrando alcuni fatti preoccupanti. La nuova dirigenza vuol far carriera dimostrando che le lavoratrici e i lavoratori sono carne da macello e possono essere precarizzati in ogni momento».

«Pur essendo scaduta la rsu» ricordano i sindacalisti «nessuno si può permettere di far passare riorganizzazioni del lavoro in modo unilaterale.

L’azienda appare intenzionata a rendere ancor più flessibile il lavoro non rendendosi conto che distruggerà la qualità di un prodotto riconosciuto in tutto il mondo. Ma non solo: tolgono le ore di assemblea, si tolgono le ore di permesso sindacale sostituendole con ferie, sulla questione salute ambiente e sicurezza affronteremo questi temi nelle sedi opportune».

Domani è indetta una assemblea in fabbrica per discutere di questi pericoli. «Se il sindacato non avrà l’autorizzazione a fare questa assemblea all’interno, la faremo fuori dei cancelli dell’azienda».

Ma i problemi non riguardano solo la Albany di Ballò. Problemi di sicurezza e relativi alla cassa integrazione vengono segnalati dallo Slai Cobas al calzaturificio Ca’ D’Oro di Fiesso.

«Qui lavora una ditta di appalto, la Avatar srl, costituita da una ex capo reparto» scrive in un comunicato il sindacato di base «Il personale è fatto ruotare da una ditta all’altra e ci sono problemi legati alla sicurezza: in alcuni ambienti di lavoro ci sono esalazioni di vernici che mettono in pericolo la salute delle donne».

Slai Cobas denuncia anche il fatto che nelle stesse aziende la malattia è sostituita con l’uso improprio della cassa integrazione, perché i datori di lavoro non pagherebbero malattie. Ma è battaglia anche all’interno del sindacato. Per lo Slai Cobas la Cgil non tutelerebbe a sufficienza i lavoratori.

Alessandro Abbadir

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