La cameriera robot conquista (quasi) tutti. Curiosità, foto e sorrisi: ma talvolta s’inceppa

MESTRE. La maggior parte accoglie il suo arrivo con una risata e il cellulare in mano: chi per scattare una foto, chi per riprendere il suo arrivo. Alcuni sono un po’ in soggezione e in imbarazzo, non sapendo bene come comportarsi. Ma a prevalere sono curiosità e divertimento per un’idea che siamo abituati a vedere solo nei servizi del tg ambientati in qualche fiera in cui si mostra l’Italia del futuro.
Ristorante giapponese Yuxi, calle del Sale, ora di pranzo. Il locale è pieno di giovani. Corrono i dieci dipendenti, più uno. La cameriera robot - nome tecnico Bu Ding (che in cinese vuol dire “budino”) - serve ai tavoli guardata a vista dalla titolare, Valentina Hu, e dagli altri camerieri. I clienti chiedono incuriositi di lei, vogliono essere serviti dal robot, che corre su una scia magnetica posata sul pavimento. La cameriera bianca e blu ogni tanto si inceppa, magari perché incontra un ostacolo, una sedia troppo sporgente, un cliente che va al bagno.
In italiano sa dire “ciao”, “grazie”, “ecco il vostro ordine” e “buon appetito”. Nella sua lingua madre, invece, sa tenere delle vere e proprie conversazioni. «In Cina, ormai, i robot hanno preso il posto dei commessi in qualsiasi negozio e centro commerciale», spiega Valentina Hu, la titolare: di Zhenjiang, vive in Italia da 18 anni. «Non sarà il caso dello Yuxi», assicura, «i miei dieci dipendenti sono insostituibili». I camerieri umani, dunque, possono stare tranquilli. Nessun taglio del personale, neanche quando tra un mese le ordinazioni saranno effettuate direttamente tramite i-Pad. Un altro passo verso l’automazione.
«Io sono un’amante della tecnologia e penso sia un’idea molto carina e accattivante», dice Lavinia Alzetta, tra un nigiri e un sashimi. «Ho visto il robot dalla vetrina e mi ha incuriosito, perché è un elemento distintivo di questo locale». Così ha convinto il fidanzato, Matteo Roman, a portarla a mangiare in quel ristorante. Lui, però, è piuttosto scettico: «È sicuramente interessante, ma sono sicuro che nel giro di pochi mesi tutti si saranno stancati. Mi sembra una cosa fine a se stessa. Tra l’altro, ho notato che a volte si blocca».
Effettivamente il robot “si inceppa”: «Permesso, sei un po’ ingombrante», dice con voce appena metallica. «Piccoli errori che stiamo cercando di risolvere. Tutto dipende dall’App sullo smartphone», spiega la titolare. «Secondo me sarebbe più utile se portasse via i piatti sporchi dai tavoli. E poi non vedo che funzione abbia, se non il suo essere divertente, visto che deve essere continuamente seguito da un cameriere», aggiunge Athina Psalidi. Comunque, l’investimento di quattromila euro - tanto è costato - sembra una scommessa destinata a essere vinta. E poi fa felici i bambini.
Valentina e suo marito hanno deciso di ordinarlo soprattutto per i più piccoli: il robot può portare le torte con le candeline e cantare «Buon compleanno». Piccolo problema: solo in cinese e in inglese. Ma si sa che i ragazzini oggi sono figli del mondo. —
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