La bioraffineria Eni si ferma due mesi per manutenzioni

Saranno impiegati ogni giorno circa cinquecento operai di 45 imprese esterne specializzate. Torcia in azione

MARGHEra. La bioraffineria di Eni si ferma per una manutenzioni generale programmata degli impianti che producono biodiesel, con l’utilizzo di centinaia di operai delle imprese esterne, oltre al personale della stessa bioraffineria.

L’intervento inizierà lunedì 11 marzo con la preventiva fermata del Turbo gas che alimenta di energia e vapore la bioraffineria per interventi di manutenzione la cui durata è stimata da Eni in cinque giorni.

Il prossimo 18 marzo – come spiega una nota stampa di Eni – avranno, invece, inizio «le operazioni di fermata in sequenza degli impianti per l’esecuzione di interventi di manutenzione generale programmata», durante i quali «verranno assicurate tutte le azioni gestionali atte a minimizzare l’impatto ambientale. «Durante la fermata degli impianti» precisa Eni «verranno realizzate attività di manutenzione a tutti gli impianti, compresa la sostituzione completa dei catalizzatori, che genererà un effettivo miglioramento tecnologico, e interventi strutturali per il miglioramento dell’efficienza della turbina a gas». Si tratta di un investimento di circa 6 milioni di euro che comporterà la presenza media giornaliera di 500 lavoratori elle 45 imprese terze specializzate per tutta la durata dei lavori. «Il riavvio generale degli impianti è previsto dal 10 maggio prossimo» precisa la nota di Eni «durante le operazioni di fermata e di riavvio, nonché nel periodo transitorio, è prevista l’attivazione automatica dei sistemi di sicurezza con l’accensione delle torce o fiaccole, nel rispetto di quanto prescritto dalle autorizzazioni».

La biorafineria di Eni è il primo esempio al mondo di riconversione di una tradizionale raffineria di petrolio in un impianto che trasforma il gasolio in un biocarburante di alta qualità, l'Enidiesel+, che contiene il 15% di prodotto rinnovabile ed è oltre disponibile in oltre 3.500 stazioni di servizio della rete Eni nazionale.

La bioraffineria veneziana – che ha una capacità produttiva di circa 350 mila tonnellate/anno e utilizza olio di palma, olio di fruittura gassi animali come – utilizza una nuova tecnologia brevettata da Eni denominata “ EcofiningTM”, grazie alla quale si migliora la qualità del biodiesel tradizionale mediante un innovativo ad alto potere energetico (HVO). Nel prossimo futuro Eni prevede la possibilità di utilizzare anche a Marghera i risultati della sperimentazione nell’impianto pilota realizzato nella a raffineria di Gela (Sicilia) che fornisce olio vegetale recuperandolo dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, come avanzi e residui di cibo e scarti dell’industria agroalimentare. —

G.Fav.

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