«Io ci sarò, contro la logica del branco»

«La violenza e i giovani: è successo a Mestre ma avrebbe potuto essere ovunque». Così su Facebook l’architetto mestrino Giovanni Leone ha commentato gli articoli d giornale sulla vicenda di Sinopoli...
MESTRE 11.12.2003 TEATRO TONIOLO INTERVISTA A ARCH. LEONE GIOVANNI (C) Bertolin M. richiesto da LAMANTEA TEATRO TONIOLO INTERVISTA ALL_ARCH. LEONE GIOVANNI
MESTRE 11.12.2003 TEATRO TONIOLO INTERVISTA A ARCH. LEONE GIOVANNI (C) Bertolin M. richiesto da LAMANTEA TEATRO TONIOLO INTERVISTA ALL_ARCH. LEONE GIOVANNI

«La violenza e i giovani: è successo a Mestre ma avrebbe potuto essere ovunque». Così su Facebook l’architetto mestrino Giovanni Leone ha commentato gli articoli d giornale sulla vicenda di Sinopoli con una riflessione, dice, non da “genitore brontolone” ma da uomo rivolto ad altri uomini. Lui, professionista che ha curato tra le tante cose il restauro del teatro Toniolo, stasera alla fiaccolata di Mestre ci sarà. Per testimoniare la sua vicinanza. Da tempo impegnato nel sociale, con progetti nel sud del mondo, Giovanni Leone ha analizzato così la vicenda. «Negli anni Settanta la valvola di sfogo della violenza era la politica, successivamente si è spostata negli stadi, oggi la violenza, totalmente insensata, si è spostata in strade e piazze, luogo della socialità. Accadeva già ne "I ragazzi della via Paal", niente di nuovo sotto al sole, è puro istinto che si scontra con la ragione condensandosi in emozione, tipico della formazione delle coscienze nel passaggio dall'adolescenza alla giovinezza».

E poi spiega il suo pensiero: «La violenza è un problema sociale che ci riguarda tutti: violenza verbale, violenza psicologica, violenza fisica. io dico basta. Non è la tolleranza che dobbiamo cercare di rilanciare, perché tolleranza è aver pazienza, sopportare. Noi invece dobbiamo portare, esser portatori della cultura del rispetto, ricordare che differenze e diversità sono valori, avere il coraggio di non reagire, avere la forza di agire, avere la serenità necessaria a privilegiare l'appartenenza al genere umano sulla comoda e confortante collocazione in un piccolo branco dov'è più facile conquistarsi un ruolo e un'identità magari subendo in attesa dell'occasione propizia per rifarci su qualcun altro vittima oggi e carnefice domani». È la logica del branco quella a cui Leone invita a dire di no. «Il gruppo non deve mai diventare branco, basta poco perché un "gioco di forza" si trasformi in tragedia. Meditate e vigilate, basta il dissenso di uno solo per far abbassare i toni agli altri che non sono cattivi ma prigionieri di una logica dell'affermazione di sé con la forza». (m.ch.)

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