«Io bocciata, altri peggiori ma promossi»

«“Sciare” e mettere giù la prua sono manovre di base, semplici, che non mi hanno creato nessun problema, ma nel mio gruppo c’è stato chi è andato a sbattere addosso al pontile».
La regatante e istruttrice di voga Elena Almansi era una delle 8 donne tra i 238 iscritti alla prova di voga per aspiranti sostituti gondolieri: “Non idonea”, secondo la commissione.
Quello del gondoliere, continua ad essere un mestiere declinato soprattutto maschile: nessuna donna tra i 60 vincitori della selezione già avviati ai corsi. Due giovani donne tra gli altri 30 candidati dichiarati idonei e di rincalzo ai primi qualora non superassero l’esame finale, non riuscissero ad ottenere il previsto brevetto di salvataggio oppure venissero “bocciati” al test antidroga e anti alcol.
«Non conosco le due donne “idonee”», aggiunge Elena, «secondo me è stata una prova sbrigativa: se vivi nell’ambito remiero, se fai regate non puoi non saper vogare a prua di una gondola da parada. Eppure, alla fine - frequentando questo mondo - non mi ha stupito che abbiano dichiarato “non idonee” me e le altre colleghe regatanti, come Jane Caporal, Giulia Tagliapietra, Angelica Villegas Alban e la mia collega insegnante di voga Lisa Dunk. Stupisce, semmai, davvero che abbiano chiesto il test antidroga e anti alcol e abbiano iniziato i corsi senza attendere l’esito degli esami tossicologici».
«Non pretendevo di essere la migliore vogatrice di tutti, ma essere dichiarata un fallimento, mi è parsa una presa in giro». Jane Caporal non nasconde il suo sconcerto - e l’amarezza - per quel “non idoneo” accanto al suo nome. Ma dura un attimo: «Noi ci siamo, fateci spazio, stiamo arrivando!», dice squillante al telefono la regatante anglo-austrialiana-veneziana con molte bandiere nella sua bacheca, istruttrice di voga, amministratrice di Row Venice, associazione non a fini di lucro per la diffusione della voga, tanto che il direttivo aveva deciso di sostenere il costo dell’iscrizione al bando (150 euro, più 350 di corso per chi l’avesse superato) per cinque regatanti e “maestre del remo”, proprio per stimolare la partecipazione di giovani donne. Il presidente dell’associazione gondolieri Andrea Baldi (vedi pezzo sopra, ndr) ha giustificato le scelte della commissione spiegando che «i regatanti vogano da Formula 1, ma in gondola c’è bisogno di saper guidare come nei rally, con manovre rapide, in acque molto agitate».
Spiegazione che non convince le escluse. «Il problema è che non si capiva esattamente cosa cercassero, sembrava di avere a che fare con un avversario nascosto che non si muove», racconta la sua prova Jane Caporal, «la prova era semplice, ci hanno chiesto di vogare a prua, di “sciare” e ormeggiare la barca. Ho fatto come altri prima di me, un mezzo giro e giù di prua. Vero che all’ormeggio sono giunta un po’ lontana dal pontile, ma non ho avuto alcuna difficoltà ad accostare ed è anche vero che in barca non sei da sola e chi è a poppa può aiutarti oppure no. Alla fine mi hanno detto “Brava”, ma poi in cantiere giravano chiacchiere inesistenti sul fatto che avessi messo “la prua verso Sant’Erasmo”. Ripeto, non pretendevo di essere la migliore vogatrice di tutti, ma addirittura prendere meno di uno che si è schiantato sul pontile! Comunque, dico: fate quello che volete: noi il nostro spazio per lavorare l’abbiamo, stiamo arrivando!».
Roberta De Rossi
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