Incendio devasta casone Il proprietario: «É doloso»

Caorle. Ancora una volta è stata presa di mira la struttura di Raimondo Trevisiol Cauti i carabinieri che attendono la perizia sul rogo da parte dei Vigili del fuoco
CAORLE - FGAVAGNIN - DE POLO - ACCESSO AL CASONE INCENDIATO CON NASTRO DEI VIGILI DEL FUOCO
CAORLE - FGAVAGNIN - DE POLO - ACCESSO AL CASONE INCENDIATO CON NASTRO DEI VIGILI DEL FUOCO

CAORLE. Incendio al casone di Raimondo Trevisiol: la struttura in canna va letteralmente in cenere. Sulle cause indagano i Carabinieri e i vigili del Fuoco.

È successo lunedì sera, pochi minuti dopo che Trevisiol, pescatore di laguna residente non lontano dall’Isola dei Pescatori di Falconera, si era allontanato per dirigersi verso casa. Le fiamme non hanno lasciato scampo alla struttura, divampando nel mezzo della fauna incontaminata che caratterizza il paesaggio lagunare e lasciando del casone solo le strutture in pietra e, del resto, poco più che un mucchio di cenere, per un totale di circa 50 mila euro di danni. Una storia che si ripete e dalle dinamiche strane, proprio per questo, nonostante la cautela con cui i Carabinieri di Caorle stanno conducendo le indagini, per Trevisiol non c’è alcun dubbio: si tratta di incendio doloso. Negli ultimi dieci anni, infatti, episodi come quello successogli lunedì si sono più volte ripetuti, preceduti da autentiche minacce alla sua persona. All’iniziale posizionamento di una bomba, è susseguito lo spargimento di olio attorno al casone e l’ultimo, avvenuto a marzo 2012, coinvolse la sua imbarcazione in un tentativo, da lui sventato, di darla alle fiamme. Invidie? Secondo Trevisiol la pista giusta può essere sicuramente questa proprio perché, alcune settimane fa, avrebbe ricevuto ulteriori minacce. Una struttura tipica della famosa Isola dei Pescatori di Falconera, raggiungibile solamente a piedi, in bicicletta o in barca attraverso il canale Nicesolo. Le barche da gita, infatti, sono solite fare una sosta al casone di Trevisiol per mostrare ai turisti le bellezze ambientali del luogo e le antiche usanze legate alla pesca che ancora oggi sopravvivono. «Secondo quanto raccontatomi da un amico», spiega Trevisiol, «due uomini a petto nudo e vistosamente tatuati si aggiravano nei pressi del mio casone verso le 19. Sul luogo sono state ritrovate due lattine di birra e testimoni oculari avrebbero visto due biciclette nere posteggiate poco distante».

Una pista da seguire, secondo la testimonianza dell’uomo, ci sarebbe ma i Carabinieri rimangono comunque in attesa di una perizia sulle cause dell’incendio da parte dei Vigili del Fuoco. Ciò che è già noto è che le fiamme sono divampate dall’interno del casone, probabilmente provenienti dal braciere. Nel caso in cui si accertasse il dolo, le speranze per Raimondo Trevisiol, si concentrano sulle telecamere di sorveglianza posizionate nella sua abitazione, luogo di passaggio per raggiungere l’isola e che potrebbero aver immortalato gli eventuali responsabili.

Gemma Canzoneri

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