In fuga dal ciclone in Thailandia, salva una famiglia di Fossalta di Piave

L’avventura di Alessandro Botter con la moglie e le tre figlie di 15, 14 e 9 anni. Da Phi Phi Island sono riusciti a fuggire a Phuket con un battello di fortuna

FOSSALTA DI PIAVE. In fuga dalla tempesta tropicale Pabuk, scappando dall’isola di Phi Phi Island a bordo di una barca con tanto di trasbordo in mezzo alle onde dell’oceano. Alessandro Botter e la sua famiglia mai avrebbero immaginato che la loro vacanza di Capodanno in Thailandia potesse trasformarsi in una paurosa avventura. Che per fortuna si è conclusa con un lieto fine.

Il fossaltino Alessandro Botter, imprenditore e titolare dell’azienda vinicola Botter Spa, si trova in vacanza con la moglie Orietta Miotto e le tre figlie Benedetta (15 anni), Maria Vittoria (14) e Virginia (9). Dopo essere stati a Bangkok, si erano spostati a Phi Phi Island per trascorrere qualche giorno di relax in un resort in riva la mare. Ed è qui che hanno rischiato di rimanere intrappolati, per l’arrivo della tempesta.

«L’altra sera, a cena, ci hanno comunicato che stava per arrivare un ciclone e che da Phi Phi fino a domenica non sarebbe stato possibile partire, perché avrebbero chiuso porti e aeroporti», racconta Alessandro Botter, raggiunto al telefono ieri sera. Per la famiglia fossaltina sono state ore di apprensione.

«Il villaggio era molto bello, ma in stile thailandese, fatto di bungalow costruiti in mezzo agli alberi», prosegue Botter, «al passaggio di un tornado, non so cosa possa restare in piedi. Per questo eravamo preoccupati». Ieri mattina, però, è arrivata la svolta positiva. Mentre già nel villaggio ci si stava attrezzando per l’arrivo della tempesta, con i rami degli alberi segati per evitare crolli sui bungalow.

«Stavamo facendo colazione insieme a un gruppo di italiani, quando ci hanno avvisato che c’era un ferryboat disponibile entro un quarto d’ora e che i primi turisti pronti sarebbero riusciti a salire», continua Botter, «siamo riusciti a scappare in un quarto d’ora. Con mia moglie e le mie figlie abbiamo buttato a caso i vestiti in valigia.

Alcuni turisti non hanno avuto il coraggio di salire sulla barca, perché non era proprio una situazione di quelle sicure al cento per cento. Mia figlia ha chiesto al capo villaggio se lui sarebbe salito e la risposta è stata che lui avrebbe preferito restare nel villaggio». I Botter invece sono saliti ed è stata la scelta giusta, perché il mare era mosso, ma la bufera ancora non c’era.

«Siamo riusciti a prendere questa prima imbarcazione che ci ha portato in mezzo al mare, dove abbiamo fatto il trasbordo su un traghetto più grande, con cui siamo riusciti ad arrivare a Phuket», aggiunge Botter, «quando siamo partiti da Phi Phi la situazione sull’isola era ancora molto tranquilla. La tempesta doveva ancora arrivare. Abbiamo preso solo un po’ di pioggia e acqua in mare. Ma poco, perché non tirava ancora grosso vento». Nella serata di ieri il vento ha iniziato ad alzarsi di intensità anche a Phuket.

«Ma qui alloggiamo in un albergo in cemento, per cui ci sentiamo molto più tranquilli», conclude Botter. Che poi va col pensiero all’avventura vissuta: «Preoccupazione sì, ma non abbiamo avuto troppa paura perché non abbiamo vissuto il momento della tempesta. Rimanere a Phi Phi Island sarebbe stato brutto, ma non abbiamo fatto in tempo a vivere la paura perché siamo scappati». Oggi i Botter dovrebbero proseguire il viaggio per l’ultima tappa, fissata a Singapore. —


 

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