In due a giudizio per la morte di Massimo Cavallarin

CHIOGGIA. Il sostituto procuratore di Padova Marco Peraro ha chiesto il rinvio a giudizio per due persone in merito alla morte di Massimo Cavallarin, l’operaio chioggiotto trentaduenne morto in un incidente sul lavoro il 28 giugno 2013 a Piove di Sacco. Si tratta di Davide Boscolo Mengolin, 48 anni, di Rosolina, proprietario dell’immobile dov’è accaduto l’incidente mortale, difeso dall’avvocato Fulvia Fois, e di Paolo Pinato, 48enne, di Ponte San Nicolò, responsabile della sicurezza, assistito dai legali Fabio Dalla Mura e Gianni Vecchiati.
L’udienza preliminare, che si è svolta davanti al giudice Cristina Cavaggion è stata rinviata al 3 febbraio prossimo per la definizione del risarcimento alla compagna e alla figlia dell’uomo. Cavallarin, residente a Chioggia, era dipendente della ditta Emme Service Pulizie, ed era salito sul tetto del capannone al civico 83 di via Gelsi a Piove, quello che ospita il centro sportivo Crazy Body e il ristorante Corazon Cubano. Cavallarin stava effettuando le pulizie dei pannelli fotovoltaici sulla copertura del capannone: quest’ultimo è di proprietà della società Panama Real Estate Srl, la quale ha dato in gestione il tetto a un’altra azienda per l’installazione dei pannelli. A sua volta questa ha incaricato la Emme Service Pulizie della manutenzione.
Quel giorno Massimo Cavallarin era salito sul tetto con la gru: raggiunta l'altezza necessaria, era sceso dalla cesta per inoltrarsi fra i pannelli e iniziare il lavoro. Da terra lo aiutava un collega. Cavallarin ha iniziato ad avanzare sopra il tetto. Ma all'improvviso uno dei pannelli ha ceduto sotto il suo peso. Il trentaduenne non era ancorato ai ganci presenti sulla copertura, circostanza che gli avrebbe salvato la vita. Sotto i suoi piedi si è aperta una voragine di 9 metri.
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