In Basilica l’omaggio di Scola a Marco Cè

«È stato uno dei più delicati e acuti interpreti della chiesa italiana del dopo Concilio fino ai giorni nostri, mancherà a tutti»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 15.05.2014.- Il Cardinale Angelo Scola in visita al feretro del suo predecessore Marco Cè. Basilica di San Marco.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 15.05.2014.- Il Cardinale Angelo Scola in visita al feretro del suo predecessore Marco Cè. Basilica di San Marco.

«Era davvero un uomo secondo il cuore di Dio, uno dei più delicati e acuti interpreti della Chiesa italiana del dopo Concilio fino ai giorni nostri. Ha testimoniato tutta la vita Cristo, prima di tutto da fedele, poi nei molteplici compiti di vescovo e per trentacinque anni qui nel suo amato Patriarcato, cosciente che l’inviato è da meno di colui che invia». È arrivato da Milano per porgere l’ultimo saluto al Patriarca emerito Marco Cè. L’arcivescovo Angelo Scola, alle 17, si è diretto nel battistero della basilica di San Marco.

Nella diocesi lagunare, guidata dal 2 gennaio 2002 al 28 giugno 2011, non era più ritornato. Davanti alle spoglie mortali del Patriarca Marco, ha sostato orante e celebrato la liturgia. Compresenti i monsignori Valerio Comin, segretario del Patriarca Cè; don Raffaele Muresu, parroco dei Gesuati, don Morris Pasian, segretario particolare del Patriarca Moraglia, e lo spagnolo Gabriel Richi Alberti, delfino dell’Arcivescovo Scola. A conclusione della messa il cardinale Scola ha ricordato brevemente alcuni tratti profondi del “Pastore Marco”: «La fedele, tenace dedizione alla Chiesa di Venezia, alla Città, alla Chiesa italiana tutta. Molte sue vedute saranno ancora feconde per il delicato cammino della Chiesa in questi anni di passaggio di un grande travaglio». Sull’amicizia verso il Patriarca Cè ha detto: «È stato veramente un amico, mi ha dato sostegno con intelligenza. L’amicizia e la fraternità non finiscono qui. Ringrazio dei doni che ci ha dato e ci darà». L’Arcivescovo ha rivolto un ringraziamento al Patriarca Francesco Moraglia per avergli consentito di celebrare l’eucaristia e un pensiero affettuoso all’antico segretario monsignor Valerio Comin. Una liturgia partecipata da una quarantina di sacerdoti e fedeli. Tra questi le due Memores domini (associazione di Comunione e Liberazione) del cardinale Scola, Carla e Gianna. C’erano anche i consiglieri Cesare Campa del Comune e Carlo Alberto Tesserin della Regione. Finita la messa un rapido e ammirato sguardo ai mosaici. Poi l’immediato rientro a Milano. Nel frattempo continua il mesto e incessante afflusso dei fedeli. Che dopo la preghiera lasciano brevi scritti. Alcuni tra le migliaia. «Sei stato un vero padre, immagine dell’amore di Dio». «Un vero Pastore che chiamava per nome a una a una le sue pecorelle e le conosceva».

«Ci sentiamo un po’ orfani ma da lassù ci proteggi”. “Sei stato maestro dell’amore paterno. Grazie per l’attenzione agli animatori dei gruppi di ascolto». «Uomo di grandi virtù, umile, semplice», Indimenticabile». Un messaggio «Eterna memoria» e un grande cesto di fiori bianchi, calle, lilium, gladioli, posto ai piedi del feretro è arrivato dal cardinale Policarpo, metropolita ortodosso della Spagna e del Portogallo. Anche il presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Paolo Gnignati, ha voluto esprimere con una lettera indirizzata al Patriarca Moraglia il vivo cordoglio dell’istituzione ebraica: «Ricordiamo il rapporto fecondo tra la Comunità e il Cardinale Marco Cè, persona sensibile e attenta al dialogo”.

Il Patriarca Cè riposerà nella cripta della Basilica dove sarà visitato dalla preghiera della gente ogni lunedì dalle 17 alle 19. Domani giornata di lutto cittadino per i funerali. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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