Imprenditore di Caorle condannato a 15 mesi

L’Ecoverde portava a Lignano anche la spazzatura che raccoglieva in Veneto I sospetti sono iniziati quando il Comune ha visto aumentare la mole dei rifiuti
Di Luana De Francisco

LIGNANO. I primi sospetti erano sorti all’Ufficio comunale: come era possibile che la mole dei rifiuti urbani aumentasse proprio nei mesi invernali, cioè quando a Lignano c’è notoriamente molta meno gente? La seconda segnalazione era arrivata dalla società Csr Bassa friulana spa: nei mucchi di immondizie conferiti nell’impianto di smaltimento di San Giorgio di Nogaro comparivano spesso pagine di giornali, multe e altri rifiuti riconducibili a Comuni del vicino Veneto. Anomalie più che sufficienti a far drizzare le antenne all’amministrazione comunale, che della raccolta dei rifiuti solidi urbani aveva da poco incaricato la “Ecoverde snc” (e, dal marzo del 2006, srl) di Caorle, e a immaginare il trasferimento in Friuli di rifiuti “alieni” caricati oltre regione. Da qui a denunciare il legale rappresentante della ditta appaltatrice, il caorlotto Diego Giro, oggi 43enne, il passo era stato breve.

Frode nelle pubbliche forniture il reato che il pm Andrea Gondolo aveva ipotizzato a suo carico e per il quale era finito poi a giudizio. Ricominciato praticamente daccapo un anno fa, dopo il cambio di giudice (seguito alla scomparsa della dottoressa Francesca Feruglio) e arrivati quindi a un mese dalla prescrizione del reato, il processo si è chiuso ieri con la condanna dell’imputato a 1 anno e 3 mesi di reclusione e 2.500 euro di multa. Cioè tanto quanto aveva chiesto la pubblica accusa. La sentenza emessa dal giudice Angelica Di Silvestre ha inoltre accolto la richiesta dell’avvocato Luca Ponti (sostituito in aula dal collega Luca De Pauli), con il quale il Comune di Lignano si era costituito parte civile, e condannato Giro al risarcimento del danno patrimoniale, da quantificarsi in altra sede, e al versamento di una provvisionale sul danno morale di 10 mila euro.

Lungo l’elenco delle inadempienze contestate all’imprenditore nel periodo compreso tra il maggio 2005 e il luglio 2006. A cominciare dall’impiego di tre mezzi per la raccolta invece dei sei giornalieri previsti, aumentati di due nel periodo estivo. Mezzi che Giro avrebbe adoperato anche per la raccolta e il trasporto di rifiuti provenienti, in particolare, da Portogruaro e Comuni limitrofi e conferiti poi nell’impianto gestito dalla Daneco a San Giorgio di Nogaro, con correlativo addebito del costo di smaltimento al Comune di Lignano. Giro, che era difeso dall’avvocato Sommaio di Caorle, era inoltre accusato di non avere svuotato quotidianamente e lavato i cassonetti, sostituito le campane per la raccolta differenziata danneggiate e fornito il materiale per la raccolta delle deiezioni canine, oltre che di avere comunicato tardivamente l’esecuzione di alcuni servizi (pulizia delle caditoie e raccolta della sabbia trasportata dal vento sul lungomare), impedendo così al personale del Comune di effettuare i relativi controlli.

Soddisfatto dell’esito del processo, peraltro ereditato dalla precedente amministrazione, il sindaco Luca Fanotto. «Le giuste ragioni del Comune - ha affermato - sono state attestate ora dal giudice penale. Era una vicenda particolarmente complessa, con profili finiti anche davanti al Tar e con richieste culminate nel fallimento della società e nella transazione per oltre un milione di euro conclusa dal Comune con la curatela fallimentare, a fronte di pretese per sette milioni».

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