«Il vero business a luci rosse è nelle case, sono tante»

La confessione-denuncia di un 60enne cliente abituale: «Vai sui siti di incontri e trovi chi vuoi». E l’attivista Murador sollecita una regolarizzazione del fenomeno
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA' - IL LOCALE "ARABESQUE" CHIUSO
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA' - IL LOCALE "ARABESQUE" CHIUSO



Ha 60 anni, è single, lavora come dipendente di una ditta e abita sul litorale. Questo signore di bell’aspetto, sportivo e disinvolto non ha difficoltà ad ammettere di essere un cliente abituale delle prostitute. Le frequenta addirittura con cadenza settimanale, pagando in media 50 euro a prestazione. In questi giorni in cui dalle indagini della Squadra mobile è emerso il sottobosco di sfruttamento e prostituzione tra Quarto d’Altino e San Donà, gestito da due fratelli di Jesolo e altri soggetti del Sandonatese, ha raccontato la sua esperienza tra night e appartamenti.

«I costi in quei locali notturni sono troppo alti», racconta, «si parla di almeno 100-150 euro a prestazione diciamo di base, ma il vero business è negli appartamenti privati che ci sono un po’ in tutte le città e cittadine della zona. Non ce lo possiamo nascondere e basta dare un’occhiata, come faccio io, ai vari siti di incontri che si trovano in rete con poche parole chiave da digitare sui motori di ricerca. Io ho sempre trattato il prezzo», continua, «50 euro in media, anche se il più delle volte le foto delle ragazze che vengono mostrate non corrispondono alla realtà. Sono ben diverse, magari più vecchie e grasse, tanto per fare un esempio. A volte si tratta di altre persone. Suoni alla porta e ti trovi di fronte una donna completamente estranea che non corrisponde alla foto. In quei casi, spesso, se vuoi andartene via accendono anche una discussione e vogliono essere comunque pagate per il disturbo, magari una “mancia”. Sono inconvenienti che possono capitare. Ma per il resto va quasi sempre bene e io mi trovo soddisfatto così, senza impegni, come molti altri che magari non vogliono ammetterlo. Le ragazze sono quasi sempre dell’Est o sudamericane e, almeno negli appartamenti, non sembrano sfruttate, anzi si guadagnano qualche soldo e magari si divertono un po’ anche loro, qualche volta».

Ci sono poi i centri massaggi orientali a completare l’offerta, silenziosi e discreti, posti al limite tra massaggi e prestazioni sessuali.

Oggi torna in auge il dibattito sulla regolarizzazione di questo antico mestiere, ma emergono anche nuove verità. Rodolfo Murador, da anni attivo nell’associazionismo e i movimenti culturali sul litorale, è tranchant: «Perché non parliamo di uomini che si prostituiscono? Ce ne sono, con altri uomini e oggi anche con tante donne magari più mature che pagano le prestazioni esattamente come gli uomini», commenta. «La società è invece ancora molto maschilista e si parla unicamente di prostitute o “puttane” per dirla volgarmente. Allarghiamo il dibattito, evitiamo ipocrisie e pensiamo piuttosto a una vera regolamentazione che farebbe bene a tutti. La costrizione e schiavitù vanno combattute, ma se una donna, o un uomo, decidono liberamente di vendere il proprio corpo dovrebbero essere messi nelle condizioni di farlo senza sotterfugi e finzioni e anche, perché no, con il post». —



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