Il sogno di Vittorio: in barca fino al Pacifico per scusarsi con le balene

Il 77enne velista jesolano sta continuando il viaggio di riappacificazione con la natura, rappresentata dai grandi cetacei oramai decimati 

L’avventura

Un sogno realizzato. Vittorio Fabris ce l’ha fatta. Dopo quasi un anno dalla partenza dalla conca di Portegrandi, lo jesolano 77enne è approdato con la sua piccola barca a vela sulle spiagge di Santo Domingo, novello Cristoforo Colombo, e presto prenderà la rotta verso New York e l’isola dei balenieri di Nantucket.

Una viaggio per chiedere scusa alle balene, come aveva spiegato un anno fa, dopo la caccia spietata di cui sono state vittime nei secoli e che proseguirà poi fino al Pacifico nel punto in cui è naufragata la baleniera Essex, che il 16 novembre 1820 venne colpita e affondata dal capodoglio maschio cui stava dando la caccia.

La storia vera che ha ispirato lo scrittore Melville, autore del celebre libro "Moby Dick", oltre a un recente film di successo proprio sulla storia di questa baleniera e del suo sfortunato equipaggio decimato dagli eventi al punto da ridursi a episodi cannibalismo a bordo delle scialuppe di salvataggio.

LAMANTEA - DINO TOMMASELLA - JESOLO - FABRIS Vittorio
LAMANTEA - DINO TOMMASELLA - JESOLO - FABRIS Vittorio


Da Treviso lo segue con trepidazione la sorella Daniela, in contatto satellitare con lui, attraverso sms al telefonino e poco più.

Ma i cetacei restano il centro della traversata. L’idea che ha spinto Fabris a intraprendere questo “viaggio di purificazione” è infatti quella di riappacificare il genere umano e la Natura. Il tutto anche con questo viaggio simbolico che resta comunque una sfida, che Fabris ha “sentito” di dover compiere da sempre, sin da ragazzo, e che non lo ha mai abbandonato.

Alla fine saranno 20 mila miglia in mare da solo, a combattere contro la furia degli eventi che lo hanno già travolto in più occasioni quado era in mare aperto. Con sé ha portato una scultura dell’artista di Jesolo Carlo Pecorelli, ispirata alle balene, da donare al museo di Nantucket dove è molto atteso. Lo hanno sostenuto nell’impresa anche i titolari del Kris bar di Caposile, con Ivano Bottan e i suoi figli, e il Tropicarium Park di Mauro Rigoni di Jesolo, presenti quando è salpato da Portegrandi. Fabris era naufragato già due volte, costretto ad approdare all’isola di Lanzarote nelle Canarie dopo aver urtato un oggetto galleggiante a sud della Azzorre. Poi la rottura dell’albero maestro. Ma lui, vecchio lupo di mare, non ha mollato ed è arrivato sulle coste dominicane, pronto adesso per continuare ed essere accolto dalla popolazione di Nantucket. —

Giovanni Cagnassi

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