Il risparmio tradito, convegno con il “fantasma” di Gaiatto

«I casi di risparmio tradito nel Nordest sono più frequenti. Portogruaro resta una bellissima città. Ha sofferto tanto». Lo ha riferito ieri mattina, al teatro Russolo, il capo della Procura di Pordenone, Raffaele Tito, intervenuto nel dibattito moderato dal giornalista Giuliano Versace, organizzato dal Circolo Cavour 35 e dal titolo “Risparmio tradito”. Non è stato mai fatto il nome del trader di Portovecchio, Fabio Gaiatto. Ma il fantasma dell’ex portiere d’albergo, che si è improvvisato moltiplicatore di soldi attraverso la sua Venice Forex e che ora si torva in carcere, è aleggiato per tutto il tempo del convegno, che ha lanciato messaggi precisi soprattutto agli studenti del Liceo XXV Aprile e dell’Isis Luzzatto, presenti in gran numero e rimasti per quasi tutto il tempo attenti a seguire gli interventi degli ospiti. Hanno preso la parola anche Alessandra Belardini, dirigente a capo della PolPosta di Venezia, e il docente universitario di Diritto Daniele Trabucco.
Michele Lipani, medico e cofondatore del Circolo Cavour 35 (associazione vicina alla destra), ha salutato i presenti tra il pubblico. C’erano anche il vicequestore di Venezia, Alessia Zuccarello Marcolini, e il questore di Pordenone Marco Odorisio, che per tanti anni ha lavorato a Venezia.
Giuliano Versace ha citato un “prima” e un “dopo” nel settore bancario. «Tutto è cambiato quando gli istituti di credito hanno venduto il rischio», ha riferito il moderatore, che poi ha citato l’articolo 47 della Costituzione, dove è scritto che «la Repubblica italiana tutela il risparmio», purtroppo la realtà è diversa.
«È trascorso un secolo da Ponzi», ha esordito il procuratore capo di Pordenone, «dobbiamo domandarci perché il risparmio viene perduto. Abbiamo documentato 11 crisi bancarie, nel Nordest ci sono tante piccole imprese. Ho visto numerosi promotori finanziati infedeli, perché qui circola più denaro».
In tanti nel Triveneto hanno disponibilità economica poiché esiste una maggiore propensione al risparmio. L’intervento del procuratore ha riguardato anche la morale: «C’è o non c’è avidità? L’avidità ci porta a una capacità di non avvertire il pericolo. Voi salireste su un aereo guidato da un pilota senza patente? O su un autobus? Noi siamo educati e attrezzati per questo mondo finanziario? I rischi sono aumentati e non abbiamo fatto passi avanti nell’educazione finanziaria. Le pene andrebbero adeguate alle gravità dei reati». Nell’intervento di Tito, oltre ad alcuni aspetti tecnici di cui hanno preso nota gli avvocati presenti in sala, diversi spettatori hanno visto nel crac-Gaiatto alcuni riferimenti senza che si entrasse nelle pieghe dell’inchiesta. «Sarebbe stato sufficiente», ha concluso il procuratore, «che tutti questi clienti avessero consultato il sito della Consob».
Il riferimento più evidente al caso è qui: è alla multa rimediata nell’estate 2016 da Gaiatto per abusivismo nell’intermediazione finanziaria, 15 mila euro appena da pagare. Lui non si è fermato, ma adesso le indagini stanno facendo il loro corso. E il trader di Portovecchio è sempre in galera, dopo aver cambiato tre avvocati. —
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