Il rebus delle crociere: le grandi navi fanno rotta verso Chioggia

VENEZIA. Grandi navi a Chioggia. È questo l’orientamento del ministero delle Infrastrutture sulle alternative per le navi da crociera davanti a San Marco. Al termine di una settimana intensa di incontri e verifiche tecniche e di fattibilità, il ministro Danilo Toninelli sarà venerdì 14 a Venezia.
Sopralluogo aereo in laguna a bordo di un elicottero della Guardia Costiera, sorvolando i cantieri del Mose e le aree portuali. Poi in motoscafo, sempre accompagnato dall’ammiraglio comandante della Capitaneria di porto, dal presidente del Porto, Pino Musolino, e dal provveditore Roberto Linetti, un giro via acqua nell’area portuale di Marghera e in Marittima. Al termine, prima di presiedere una riunione a palazzo X Savi, sede del Magistrato alle Acque, il ministro annuncerà la sua decisione.
Chioggia
Fra i 14 progetti depositati in questi anni al ministero, Toninelli ha chiesto due mesi fa all’Autorità portuale di approfondirne tre. Adesso la scelta sembra pendere su Chioggia. Spazi ampi e collegamenti con l’entroterra, sito vicino alla bocca di porto, anche se in parte dentro la laguna. Sei milioni di metri cubi di fanghi da scavare. Ma “puliti” e non inquinati come quelli di Marghera, 232 milioni di spesa.
I collegamenti
La principale obiezione degli oppositori è che a Chioggia non ci sono infrastrutture di collegamento adeguate con Venezia e la Marittima, dove dovrebbe rimanere l’Home Port e a Chioggia è previsto il deposito di Gpl. «Ma i lavori dureranno 4-5 anni», rispondono al Ministero, «e in questo periodo si potrà costruire una nuova ferrovia e adeguare la Romea. Costo, circa un miliardo di euro. Quanto alla distanza, per raggiungere Venezia da Chioggia ci vorrà circa un’ora. «Non più che per raggiungere Roma da Civitavecchia». Il Gpl infine potrebbe anche essere spostato. E la città accoglierebbe a braccia aperte l’arrivo delle crociere al posto del gas.
I limiti
In attesa della soluzione “a lungo termine”, i transiti per il canale della Giudecca dovranno essere limitati, come numero e come stazza. Lo impone l’opinione pubblica, dopo l’incidente del 2 giugno scorso. Ma anche il vincolo imposto dal ministero dei Beni culturali. Si studia il modo di far passare per la Giudecca solo le navi «inferiori alle 40 mila tonnellate di stazza». Quelle troppo grandi potrebbero andare a Trieste.
Il Vittorio Emanuele
Difficile in questa fase che il Ministero possa autorizzare lo scavo. Ci vorrebbe comunque la Valutazione di impatto ambientale. Il Vittorio Emanuele con piccoli interventi di manutenzione potrebbe far passare solo le navi di piccola dimensione dirette alla Marittima.
L’ordinanza
Nelle prossime ore, la Capitaneria di porto firmerà la nuova ordinanza per la “sicurezza”. Rimorchiatori aumentati da due a tre, limite di velocità ribassato da 6 a 5 nodi, maggiore distanza fra le navi in entrata in modo da evitare i pericolosi “ingorghi” visti domenica dopo l’incidente.
Marghera
Intanto la Lega, insieme agli industriali, a Forza Italia, una parte del Pd e al sindaco Luigi Brugnaro, rilancia Marghera. «Convocare subito il Comitatone e ripartire da lì», recita una mozione proposta dal Pd e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. Ma il terminal a Marghera è l’unico escluso dal ministero.
Il Comune
Non piace al Comune e al sindaco Brugnaro l’ipotesi Chioggia. «Noi aspettiamo il Comitatone», commenta il primo cittadino. Ma Toninelli sembra avere idee diverse. —
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