Il punto. Inzaghi al Venezia. Chi si ricorda di Giacomini?

L'ingaggio da parte del presidente Tacopina del "Pippo nazionale" ricorda quello fatto da Zamparini con un altro ex allenatore del Milan. Fu l'inizio di un'era che vide gli arancioneroverdi arrivare alla Serie A. Ma resta il nodo stadio

Pippo Inzaghi allenatore del Venezia. E' incredibile. Un mese fa la squadra giocava a Seren del Grappa e, oggi, si parla di Inzaghi. Colui che ha vinto tutto e segnato contro tutti, nel Milan, nella Juve, in Nazionale. Aveva ragione il presidente Tacopina quando diceva, un anno fa, di voler fare le cose sul serio, di voler portare il Venezia prima in serie B e poi in A. Pippo Inzaghi non è solo l'ingaggio di un allenatore: è una promessa mantenuta, la conferma di un progetto, la voglia di crescere. Un anello di fidanzamento in un rapporto nato da poco ma serio, serissimo. Sembra di tornare indietro di trent'anni quando il presidente Zamparini, allora sconosciuto, ingaggiò Massimo Giacomini, che allora era un signor allenatore, già passato per il Milan, il Torino, il Napoli. Anche quella fu la conferma di un progetto nascente, che negli anni si sviluppò fino alla serie A.

L'arrivo di Inzaghi, ancora senza conoscere i programmi della società, significa due cose. 1) Il suo nome, spendibile a livello nazionale e internazionale, unito al nome magico di Venezia, potrebbe garantire un'immagine alta del calcio di laguna e di terraferma, soprattutto sui fronti dell'immagine e degli investimenti economici. E' tra gli ex calciatori italiani più amati in America e il presidente Tacopina ci tiene al buon nome del Venezia in America, dove vive. 2) Pippo, con la sua competenza nel calcio giovanile, potrebbe portare giocatori giovani di qualità, ri-portare i tifosi allo stadio, dare un senso al campionato in Lega Pro.

Tacopina come Zamparini. Questa è l'altra faccia della medaglia. Il presidente, con i fatti, bussa alle porte del Comune, della città. Come trent'anni fa fece il suo predecessore, vuol dare a Venezia ma anche ricevere da Venezia. Il nodo è sempre quello: lo stadio nuovo. Il Penzo di Sant'Elena è un monumento in mezzo all'acqua, archeologia calcistica improponibile oggi. Ne serve un altro e Tacopina proverà a farlo. Ci provò anche Zamparini, rimediando delusioni prima di andarsena a Palermo. Ma quella era un'altra storia. Forse.

In bocca al lupo, Pippo.

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