Il procuratore Nordio all’attacco di Galan: «Poteva difendersi alla Camera»

PADOVA. «Mentre si svolgeva il dibattito alla Camera sul rinvio del voto per la richiesta di carcerazione preventiva nei confronti di Giancarlo Galan, era già stata firmata dalla direzione sanitaria dell'ospedale dove l'onorevole era ricoverato una lettera di dimissioni, poi acquisita agli atti, dalla quale emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi». Lo ha detto a Radio Radicale il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio.
«Ieri, al di là del fumus persecutionis, che la Camera ha riscontrato non esistente nei confronti dell'onorevole Galan - ha aggiunto Nordio - si è verificato un episodio abbastanza singolare: si era discusso molto sulla eventualità di un rinvio per poter consentire al diretto interessato di potersi difendere in Parlamento, cosa che se conforme alla prassi a noi sembrava assolutamente giustificata se l'impedimento fosse risultato assoluto».
«Ora - ha proseguito il magistrato - a parte il fatto che il Parlamento nella sua assoluta sovranità non ha ritenuto di dover rinviare, il fatto singolare consisteva nella circostanza che mentre si svolgeva il dibattito alla Camera sul rinvio, era già stata firmata dalla direzione sanitaria dell'ospedale dove l'onorevole era ricoverato una lettera di dimissioni che è stata poi acquisita agli atti e dalla quale emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi».
«Le fotografie del diretto interessato con un piccolo gesso - ha concluso il procuratore aggiunto - hanno fatto il giro d'Italia e ricordiamo che in Parlamento più di una volta sono andati parlamentari con l'ossigeno o in barella. Nemmeno noi sapevamo questo. Una vicenda abbastanza paradossale perché si è discusso sul nulla».
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