Il piromane colto sul fatto
Arrestato dopo 26 cassonetti bruciati, confessa gli ultimi due roghi

A sinistra la campana incendiata venerdì sera in via Ciardi a Marghera. Sopra il capo delle volanti, Luigi Petrillo, Susanna Simone e gli uomini che hanno individuato e fermato il piromane A destra Giovanni Sgobbo, 49 anni originario della Puglia, ma residente da una decina d’anni a Marghera. Ha ammesso i roghi di venerdì sera ed è fortemente sospettato anche dei precedenti
Quando il poliziotto lo ha fermato, dopo averlo visto lanciare il pezzo di carta acceso dentro il cassonetto, ha detto: «Io ho bruciato solo questo, non quell'altro». Una confessione per il poliziotto delle volanti che venerdì sera, intorno alle 20.20, aveva iniziato la caccia, come avveniva da qualche giorno, al piromane di Marghera. Dopo 26 cassonetti bruciati in dieci giorni è finito in carcere l'incendiario diventato l'incubo di Veritas e un problema non da poco per le forze dell'ordine. Dietro le sbarre a Santa Maria Maggiore è andato Giovanni Sgobba, 49 anni, un pugliese che da anni vive a Marghera, ha un lavoro come coibentatore e qualche precedente per reati contro la persona. L'incubo inizia dieci giorni fa quando, in una notte, vennero dati alle fiamme, tra la Gazzera, Chirignago e Marghera 13 cassonetti per la raccolta differenziata. Poi per alcuni giorni più nulla. Le notti dei fuochi riprendono all'inizio della settimana appena trascorsa. Altri cassonetti vengono distrutti dal fuoco a Marghera. Sono cinque. A questi vanno aggiunti i sei della notte tra giovedì e venerdì e i due della sera della cattura. La situazione stava degenerando anche perchè l'incendiario sembrava un fantasma: colpiva e spariva nel nulla. Ogni sforzo della polizia per cercarlo sembrava inutile. La prima sera i poliziotti fermano due persone in bici, mentre si stanno allontanando dal luogo dell'incendio. Ma non sono coinvolti. Venerdì l'epilogo. Sono le 20 quando alla centrale della Questura arriva la segnalazione dell'incendio di un cassonetto in piazzale Parmisan. Solitamente il piromane colpisce più tardi. L'altra sera, a quanto pare, si è «svegliato» prima. Forse non resiste e non attende che la notte diventi sua complice. La voglia di dare fuoco ai contenutori dei rifiuti è più forte. Questa volta però gli agenti, come disposto in un piano studiato in Questura, non si dirigono subito sul luogo dell'incendio, piazzale Parmisan, ma iniziano i controlli da vie laterali allo stessa piazza. Strade che possono essere utilizzate come vie di fuga dall'incendiario o dove può trovare altri cassonetti. Infatti quando colpisce lo fa in sequenza ravvicinata. Il capo pattuglia di una volante ricorda che in via Calvi, non lontano dal cassonetto di piazzale Parmisan bruciato, c'è un contenitore per la differenziata. Intuizione corretta. Infatti arriva e vede un signore fermo in bici che, dopo aver gettato all'interno del contenitore qualche cosa di acceso, scappa. Lo inseguono e lo bloccano. Lo fanno scendere dalla bici e gli fanno togliere lo zainetto che ha in spalla. L'uomo, capito di essere stato scoperto dice: «Questo l'ho bruciato, ma quell'altro no». Ma nessuno gli aveva parlato dell'altro incendio. Per gli agenti è una confessione. Gli chiedono perché brucia i cassonetti e lui pronuncia frasi a dir poco assurde, del tipo: «Ho trovato un tunisino che mi ha offerto una bicicletta per 25 euro. Alla risposta che non li avevo mi ha detto, la bici te la do lo stesso ma prendi questo zaino e brucia i cassonetti». Nello zaino che ha in spalla i poliziotti trovano una bottiglietta con della benzina e un accendino. Durante la perquisizione della sua abitazione vengono trovati gli articoli di giornale che riferiscono degli incendi dei cassonetti di Marghera. Alla fine l'uomo è stato arrestato per incendio doloso. Deve rispondere dei due casi di venerdì sera. Indagini sono in corso per stabilire la sua eventuale responsabilità sugli altri incendi. Di questo la polizia è certa. Poi dovrà rispondere dei danni causati a Veritas, all'incirca 18mila euro. Veritas ieri ha ringraziato la polizia e il questore ha fatto i complimenti ai suoi uomini.
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