«Il piano regolatore firmato Kenzo Tange tradito dalla politica»

Fabrizio Dal Col (giunta Martin) difende il vecchio masterplan «Adesso la Croce Rossa fa gola a molti imprenditori locali» 
DE POLO - TOMMASELLA - JESOLO - RENDERING “PARCO CENTRALE”
DE POLO - TOMMASELLA - JESOLO - RENDERING “PARCO CENTRALE”

JESOLO

Piano regolatore tradito, Fabrizio Dal Col torna alla ribalta e denuncia: «Mai fatto quello che aveva previsto il masterplan di Kenzo Tange». Nella sua riflessione c'è anche la Croce Rossa sulla quale si sono concentrati i riflettori in questi giorni. Era capogruppo della Lega, poi passato al fronte haideriano e indipendentista con Renato Martin. Tra la fine degli anni Novanta e primi del 2000 era con la classe dirigente che voleva cambiare le sorti della città. «Il problema Croce Rossa», ricorda, «è che è diventata una struttura per le invasioni di finti migranti e fa gola a tanti imprenditori. Lo scopo è costruire residenze frontemare, ma in città gli abitanti vedono troppe strutture elevate per seconde case. Molte costruzioni sono discutibili, aiutate dai piani casa, ma alle spalle dovrebbe nascere il grande Parco Centrale, polmone verde dimenticato. Per noi la Cri doveva restare un centro di formazione di livello europeo».

Poi fa una panoramica urbanistica. «Le torri a Jesolo», prosegue, «che Tange aveva previsto frontemare, oggi sono all’interno. Il primo segnale lo aveva dato la Torre Aquileia, costruita tra piazza Internazionale e piazza Mazzini. Le mancate vendite avevano messo in crisi i costruttori, con l’asta per 43 appartamenti. Nel 2002 il Prg veniva approvato grazie al Consiglio comunale, che aveva imposto l’approvazione pena la richiesta di mora alla Regione. Tuttavia, il piano rimase al palo. Il grande urbanista Tange aveva proposto progetti quasi irrealizzabili, con arretramenti di alberghi e ricomposizioni spaziali. Oggi possiamo dire che quel piano regolatore avrebbe potuto nascere eccome, ma non con le politiche di costruzione tradizionali. Oggi frontamare ci sono solo costruzioni in elevazione, ma non hanno dato smalto alla città. Jesolo continua la strada sbagliata con costruzioni di condomini rialzati e gli abitanti del lido se ne vanno alla ricerca del verde. Anche le seconde case mirano al green all'interno, mentre il caos rimane solo lungo il lido. Jesolo non ha ancora un governo capace di capire il cambiamento, ascoltare i cittadini, creare quel grande verde pubblico centrale, dal lido al paese, che il piano regolatore aveva previsto con il masterplan». —



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