«Il mito dell’eterna giovinezza che rovina l’uomo»

«Il mito dell'eterna giovinezza è un'illusione che da sempre affascina gli individui, sia di sesso femminile che maschile. Ma mentre per le donne è l'aspetto fisico il principale rilevatore dell'età, per gli uomini la giovinezza è direttamente proporzionale alla capacità sessuale, alla dimostrazione della propria immutata o addirittura aumentata prestanza fisica». Invecchiare non piace a nessuno ma il distinguo tra i due sessi è d’obbligo, come osserva la psicologa veneziana Cecilia Dolcetti.
«Così come le donne pur di dimostrarsi più giovani accettano di sottoporsi a rischiosi interventi chirurgici e a dolorosi sacrifici, spesso incuranti del pericolo cui possono andare incontro, alcuni uomini negano la paura di un eventuale malore e assumono medicinali e sostanze che mettono a dura prova la loro stessa vita – continua la psicologa – Sono uomini che spesso non si rivolgono ai medici per paura di essere dissuasi o per senso di riservatezza e preferiscono affidarsi a consigli di conoscenti che già hanno fatto uso di tali mezzi; il loro pensiero è più o meno questo: lo hanno già fatto in molti, perché dovrebbe capitare proprio a me?».
Tutto questo, come spiega ancora Cecilia Dolcetti, fa riflettere sul fatto che il richiamo alla vita identificato nelle virilità sessuale è più forte della ragione, più potente della paura della morte. «Eros vince sempre su tanathos e quando ancora la salute sembra tenere la morte è un fatto lontano che non ci appartiene – dice ancor Cecilia Dolcetti – Il piacere immediato, il bisogno di essere appagati e felici subito senza remore va di pari passo con il consumismo travolgente tipico della nostra società che mette in risalto un vuoto affettivo immenso che nessun farmaco o droga riesce a colmare. L'allungamento della vita, poi, fa il resto. E' positivo se uno prende la propria vita sempre più lunga per quello che è e per quello che si sente di fare naturalmente. E' l’esagerazione con il ricorso di altri mezzi che porta invece l’uomo ad abusi innaturali. Abusi che talvolta, come nel caso dell’imprenditore veneziano, posso risolversi tragicamente.(m.pi.)
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