Il Lemene esonda e allaga Portogruaro Cereser alla Regione «Investire sul Piave»

Vietato l’accesso all’Antica Pescheria, danni alla Madonnina Il sindaco di San Donà: basta indugi, progetto in tempi rapidi 

PORTOGRUARO

Massima attenzione al Livenza, ma è il Lemene, questa volta, a causare danni. Due piene nel volgere di 24 ore e l’acqua è arrivata alla piccola chiesetta in legno della Madonna della Pescheria, in pieno centro storico a Portogruaro. Il fango, i detriti e soprattutto il clima umido, oltre a danneggiare il perimetro ligneo, potrebbero avere creato problemi all’affresco che ritrae la Madonna tanto amata dai pescatori, un simbolo di Portogruaro. La polizia locale ha interdetto tutta la zona, vietando il passaggio a piedi verso il colonnato dell’Antica Pescheria e l’attracco. Ieri due cigni hanno fatto capolino, in un clima suggestivo. Il fiume Lemene ha minacciato da vicino l’altare, che è stato chiuso. Il livello del fiume è sceso di appena mezzo metro in 48 ore, per colpa delle copiose precipitazioni che si sono abbattute sull’Alto Portogruarese. Disagi anche a Concordia: alcuni scantinati sono finiti sotto acqua.

A Caorle il Livenza è sceso sotto il livello di guardia, al punto che ieri alle 15 è stato riaperto il Ponte delle Bilance, il manufatto che collega il rione di Sansonessa e Ca’Corniani. Prosegue il deflusso, a San Stino, del fiume Malgher, che nella parte trevigiana aveva allagato numerosi vigneti. Poco distante campi allagati anche a Faè, frazione di Annone Veneto. Acque in ritirata anche sul Loncon, tra Pramaggiore e Portogruaro, e sul fiume Nicesolo, che sfocia in mare dopo aver attraversato la laguna di Caorle. Il livello del Tagliamento invece è precipitato di oltre 3 metri, e da 48 ore sulle montagne della Carnia non si verificano precipitazioni. L’incognita maggiore da qui ai prossimi due giorni è rappresentato dalle maree. Il livello medio di 130 centimetri rischia di creare ripercussioni sul deflusso soprattutto del fiume Livenza.

PIAVE: APPELLO ALLA REGIONE

Il sindaco Andrea Cereser chiede di affidare la progettazione definitiva degli interventi per la salvaguardia del Piave: «Sono in gioco vite umane». Il primo cittadino invoca un cambio di rotta dopo tante parole. «Ogni anno ci arrivano segnali di ammonimento che non possono essere trascurati» spiega «dobbiamo aspettare la tragedia per agire? Lo scorso 19 febbraio c’è stato un incontro in Prefettura a Treviso con l’Autorità di Bacino, l’assessore regionale Bottacin e tutti i sindaci rivieraschi che, ad eccezione dei sindaci del Montello, avevano dato una indicazione chiara per proseguire con la progettazione. La Regione aveva prospettato la gara entro la fine del corrente anno» ricorda «e siamo ancora fermi. Nessun problema a servirsi dello strumento del contratto di fiume, ma questo non può essere utilizzato per rallentare la progettazione. Sappiamo che i fondi del Recovery Fund potrebbero essere utilizzati per finanziare questi costosi interventi. Perché ciò avvenga le risorse devono essere impegnate entro la fine del 2022. Di conseguenza, c’è tempo solo fino alle fine del 2021 per completare la progettazione definitiva. Non solo dell’intervento di Ciano e le casse di espansione, ma anche di quello che interessa la zona a valle di Ponte della Priula. Perché la commissione istituita dopo l’alluvione del 1966 ha stimato che entrambi questi interventi sono necessari per evitare il ripetersi di quanto accaduto in quell’anno, a parità di condizioni ambientali».

«Bene gli strumenti di concertazione» conclude «senza ritardare le fasi di progettazione e realizzazione. Non mi manca la sensibilità ambientale, certo nessuna specie animale o vegetale, protetta o meno, vale una vita umana. Chi ostacolasse questa possibilità unica di utilizzare i fondi del Recovery Fund per eliminare una volta per tutte la spada di Damocle della prossima alluvione del fiume Piave dovrà prendersi una grande responsabilità». —

Giovanni Cagnassi

Rosario Padovano

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