Il dottor Oliviero Leo indagato dalla Finanza Pazienti in disaccordo

CAVALLINO
Stupore di molti pazienti del dottor Oliviero Leo colpito dal sequestro di 540.000 euro da parte della Guardia di Finanza scattato dopo la denuncia presentata da alcuni di loro accusandolo di continue assenze dall’ambulatorio dove esercita come medico di base per altri incarichi di libera professione. Altri suoi pazienti confermano di non aver gradito in occasioni di necessità nell’aver trovato al suo posto dei sostituti. La maggior parte conferma però la sua disponibilità, professionalità e umanità nel trattare i pazienti e addirittura considerano eccessivo il prelievo. Opinioni discordanti, quindi, da quando si è diffusa la notizia del provvedimento ai danni dello stimato professionista e politico che assomma in sé numerose competenze ed altrettanti campi di attività medica. Il fatto è stato oggetto di discussioni fra i pazienti residenti a Cavallino-Treporti durante le attese negli ambulatori del litorale, oppure nei corridoi e nelle sale d’attesa del distretto sanitario di Ca’ Savio. Nessuno vuole comunque commentare apertamente la vicenda e c’è chi si chiede piuttosto, prima di facili giudizi, se il dottor Leo abbia fatto ricorso contro il sequestro.
«Sapevo che il dottor Leo era impegnato in altre attività legate comunque al suo ruolo di medico», si sente di dire una sua paziente all’ingresso dell’ambulatorio di Cavallino, «ma non ha mai mancato ai suoi obblighi professionali verso di me e i miei famigliari da quando siamo passati nella lista dei suoi pazienti». Nel mirino delle critiche di altri suoi pazienti anche la scarsità degli orari di disponibilità nell’ambulatorio di via Fausta 441 dal medico di base, generale dell’esercito in quiescenza, che però, ad una approfondita analisi nella tabella aggiornata al 19 febbraio nel sito dell’Usl 4 Veneto Orientale, lo vedono invece dedicarsi ai pazienti di Cavallino-Treporti per quasi tutta la settimana, dal lunedì al venerdì in orari che oscillano fra le 12 e le 16 di ogni giorno. Alcuni osservatori delle dinamiche di gestione del personale sanitario del Veneto orientale temono piuttosto che questa vicenda incrementi ulteriormente la fama negativa del litorale di Cavallino-Treporti, territorio noto già in passato per proteste da parte dei pazienti nei confronti di altri medici di base sfociate in denunce alle autorità, alcune volte non senza conseguenze, provocando un fuggi fuggi di medici di medicina generale in altri comuni. Già in passato infatti l’Usl 4 aveva faticato a garantire la copertura con i medici di base dei 14. 000 pazienti residenti senza obbligarli ad uscire dal comune per una visita ed una ricetta e percorrere oltre 20 chilometri per raggiungere gli ambulatori dei medici di base di Jesolo. —
Francesco Macaluso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia