Il commercialista indagato si dimette dal Cda dell’Actv

«Costretto» dalle pressioni e dal clamore dell’inchiesta sulle fatture false Il professionista è indagato insieme ad altri 15 tra colleghi e imprese
Agenzia Candussi - FURLAN - MESTRE CORSO DEL POPOLO 50/10 - MESTRE VEDUTE CORSO DEL POPOLO 50/10 STUDIO COMMERCIALISTA IGINO NEGRO.
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Igino Negro, il commercialista mestrino finito nell’inchiesta sulla “fabbrica del nero” si è dimesso dal Consiglio di amministrazione di Actv. Lo ha fatto il 5 luglio, a comunicarlo la Presidenza di Actv.

Sono le prime dimissioni del professionista, Potrebbero seguirne altre. Il Comune infatti lo ha nominato revisore dei Conti del Casinò. A chiedere le sue dimissioni da questo incarico sono stati, il 2 di luglio, i consiglieri comunali del Gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa.

I due inoltre hanno chiesto al sindaco di spiegare i rapporti tra il consigliere con delega al Lavoro Paolino D’Anna e il commercialista. Infatti Serena e Scarpa hanno scoperto che il nome di D’Anna compare nello stesso campanello dello studio Negro, al civico 50 di corso del Popolo. Insieme a quelli dei due impresari di pompe funebri Paolo e Christian Lucarda, padre e figlio. Il primo è consigliere fucsia a Mira, al posto di D’Anna. Sotto ai nomi nel campanello appare la scritta «tributarista». Nelle schede del Comune D’Anna, 53 anni, figura invece come «perito elettrotecnico».

Igino Negro ha quattro studi di commercialista. Oltre a quello di Corso del Popolo è titolare di uno a Martellago, di un altro a Scorzè e per finire di uno in Croazia. Per la Guardia di Finanza è la mente di una “fabbrica del nero” che funzionava grazie ad un vortice di società nel mondo delle pompe funebri, del digitale, delle costruzioni, create solo con lo scopo di emettere false fatture, per permettere così ad altre società di detrarre spese mai sostenute e di farsi restituire dall’Erario Iva mai pagata. Società fittizie nelle quali si ritrovano insieme prestanome e gli stessi imprenditori e professionisti che poi hanno messo in detrazione quelle spese, per la Procura mai sostenute. Per Igino Negro si tratta di «un equivoco a dir poco. Io faccio il commercialista da una vita. E secondo loro i proventi di quanto guadagnato in maniera illecita me li sarei intestati. Avrei lasciato soldi nel conto corrente, acquistato immobili e auto. Faccio il commercialista e di certe cose ne capisco. Minimo, se volevo che non trovassero nulla avrei intestato a prestanomi case e denaro». —

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