Il casinò riparte: Ca’ Noghera riapre venerdì 19, il lockdown è costato 30 milioni

CA' NOGHERA . Via libera alla riapertura del Casinò di Venezia da venerdì prossimo, 19 giugno, limitatamente alla sede di terraferma di Ca’ Noghera. Il governatore Luca Zaia ha infatti firmato ieri l'ordinanza, valida fino al 10 luglio, con cui dispone il riavvio dell'attività.
Zaia ha spiegato come, a differenza delle sale slot, gioco e bingo, il casinò di Venezia ha delle «linee guida autoprodotte», e che la riapertura deve avvenire nel rispetto dei protocolli trasmessi alla Regione il 10 giugno. Il Casinò aveva già approvato in accordo con i sindacati il protocollo sanitario per il coronavirus, con tutte le misure necessarie per garantire il distanziamento e la protezione sia per i clienti, sia per il personale della casa da gioco. La riapertura riguarderà per il momento solo la sede di Ca’ Noghera, dove l’80 per cento dei giocatori arriva dal Veneto, ma non solo nei fine settimana - come inizialmente previsto - ma regolarmente tutti i giorni.
Per la riapertura della sede di Ca’ Vendramin Calergi si aspetta invece la ripresa del turismo straniero oltre che di quello italiano che si sposta - la principale clientela della sede veneziana - e dunque se ne riparlerà a luglio, dopo la ripresa regolare dei voli internazionali. Per il Casinò - che farà anche rientrare dalla cassa integrazione una parte dei dipendenti per la riapertura, con gli altri che continueranno a farla a rotazione- riprendere l’attività è una necessità assoluta, perché la società vive dei suoi incassi. Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, il Casinò ha già perso oltre 30 milioni di euro di incassi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In pratica, un terzo degli incassi complessivi dell’intera annata. Minori entrate che per il momento pesano sul Casinò solo per circa 24 milioni di euro, perché il Comune ha in pratica rinunciato alla sua quota di incassi per aiutare la società e ha anche confermato che Ca’ Farsetti è pronta a rivedere la convenzione con l’azienda - che prevede che l’Amministrazione trattenga per sé il 25 per cento degli introiti - proprio per aiutarla a superare il momento difficile generato dalla chiusura prolungata e ancora in corso. Il calo è destinato a proseguire anche con la riapertura della casa da gioco, che non potrà essere subito a pieno ritmo nelle condizioni attuali. Il mancato pagamento dei premi ai lavoratori per i minori incassi e l’uso della cassa integrazione dovrebbe comportare minori costi per una decina di milioni su base annua.
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