Il Casanova affondato «Un tronco ha colpito lo scafo, nessun dolo»

STRA
Il battello turistico “Casanova” è stato affondato da un tronco che ha colpito in modo violento il mascone di prua e creato una falla che ha inclinato l’imbarcazione facendola adagiare di lato sul Naviglio. Questo quanto è emerso ieri mattina a Stra dopo le operazioni di recupero del burchiello vecchio di 107 anni (è del 1911) che era finito a picco nella notte fra lunedì e martedì mentre era ormeggiato davanti a villa Foscarini Rossi a due passi da villa Pisani.
Una situazione di pericolo alla navigazione che gli operatori turistici del settore hanno denunciato da tempo. I danni al battello si aggirano sui 60 mila euro.
A ricostruire quello che è accaduto è Alessandro Berto il titolare dell’azienda Artemartours di Padova che oltre al “Casanova“ (che trasporta una sessantina di passeggeri) gestisce anche un altro battello per turisti lungo le sponde del Naviglio.
«Sulle cause dell’affondamento sta indagando», dice Berto, «la magistratura , ma quello che appare chiaro è che non si è trattato di un cedimento strutturale, e neanche di un atto di sabotaggio o doloso. Più probabile, invece, che a provocare la piccola falla che poi si è allargata sia stato un tronco, un detrito galleggiante proveniente dalle vicine conche di Stra e che viaggiava a velocità sostenuta sul pelo dell’acqua. La barca a chiglia piatta e il fasciame, certo non recente, non hanno retto e da qui l’affondamento». Dalle stime di pompieri e sommozzatori giunti sul posto martedì mattina, l’affondamento può essere avvenuto tra le 23 di lunedì e le 2.30 di martedì.
Il battello anche se galleggiante è stato circondato da pannellature per contenere un inquinamento, visto che sono finiti in acqua decine di litri di carburante. Ieri pomeriggio il tratto di canale fra la Conca di Dolo e quella di Stra è stato riaperto dopo la chiusura alla navigazione per consentire l’abbassamento dell’acqua e il recupero del battello.
Per Berto e gli altri operatori turistici si pone un problema legato alla sicurezza della navigazione. «A parte il caso del mio battello», dice, «ho notizia in questa stagione di 4- 5 imbarcazioni che si sono incagliate e di incidenti sfiorati. È importante che alle conche siano fatte pulizie dei grossi detriti». Si rischia poi di finire in secca perché il canale non viene scavato da oltre 40 anni. Anche il sindaco di Stra, Caterina Cacciavillani, sottolinea l’urgenza di una soluzione. «Il tema della carenza di soldi per la gestione e la manutenzione del Naviglio, come sindaci della Riviera lo sottolineiamo da anni. Solleciteremo come abbiamo sempre fatto maggiori investimenti della Regione e del Genio Civile». —
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