Il Benedetti compie novant’anni guardando al futuro

Ricordare il passato, ma anche progettare il futuro. Ieri gli studenti del Liceo Scientifico G. B. Benedetti hanno festeggiato i 90 anni di vita dell’istituto ripercorrendo la storia di uno dei primi 37 licei nati in Italia il 9 settembre 1923. Le simboliche candeline sono state soffiate alla presenza di un ospite speciale, il presidente dell’Anpi Mario Bonifacio, che ha parlato dell’importanza della conoscenza ai ragazzi e anticipato l’incontro «Il Liceo e la cittadinanza», organizzato nel pomeriggio dall’Iveser. La celebrazione, avvenuta nell’Aula Magna con un pubblico di circa un centinaio di alunni molto interessati, ha ricordato come il Benedetti sia sempre stato un istituto all’avanguardia, sia per la particolare attenzione rivolta all’arricchimento della biblioteca, sia per l’acquisto di strumenti tecnologici e scientifici, come dimostra l’apparecchio cinematografico acquistato nel 1934. Per l’occasione, un gruppo di studenti preparatissimi (Elena Gardi, Silvia Cappelletto, Riccardo Penzo, Carlotta Zagnoni, Giacomo Proietto, Elena Chiaranda e Federico Bolpin), coordinati dalla prof Mariaserena Janniccelli, ha esposto alcune ricerche realizzate in collaborazione con l’Iveser che contribuiscono alla creazione del Museo Virtuale della Resistenza veneziana. I più importanti avvenimenti come la beffa del Goldoni o i martiri di Cannaregio sono stati raccontati con tanto di documenti storici, molti dei quali trovati nella Biblioteca della Querini Stampalia. Non sono mancate le citazioni di luoghi storici decisivi per la Resistenza, ma poco conosciuti, come il Campiello Osteria del Sol dove, all’interno della Stamperia Sartori, si stampava materiale clandestino, come «Giustizia e Libertà». La mattina è iniziata con i saluti della preside Isabella Albano e dell’assessore provinciale Claudio Tessari ed è poi proseguita con un’esposizione delle docenti Maria Voltolina e Anna Mezzaroba che hanno ricordato il grande matematico Benedetti e raccontato alcune curiosità sulla scuola come il fatto che si studiasse come lingua straniera il tedesco e che all’inizio ci fossero 101 alunni totali con 6 ragazze. Inoltre, per un periodo, viene introdotta per i maschi la materia «Cultura Militare». In queste ore le ragazze vengono invece istruite su come lavorare a maglia per donare i vestiti prima ai poveri e, poi, ai soldati. «La nostra generazione – ha detto infine Bonifacio – deve chiedere scusa a voi giovani per avervi consegnato la società in cui adesso vi trovate, ma da noi potete ancora imparare l’impegno che ci abbiamo messo per partecipare al cambiamento perché un mondo migliore è possibile».
Vera Mantengoli
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