Il bar inclusivo dentro il parco Albanese a Mestre, scommessa vinta contro il degrado

Polisportiva Terraglio e coop S.ar.ha. festeggiano i risultati del locale “Double C” collegato con l’impianto natatorio. «Ora altri esperimenti»

Mitia Chiarin

Una scommessa vinta. Il 2 febbraio 2020 veniva inaugurato con un evento aperto alla cittadinanza, il “Double C – Locale inclusivo”, progetto condiviso tra cooperativa S.ar.ha. onlus e polisportiva Terraglio in collaborazione con il Comune di Venezia per il rilancio dell’attività di bar e piccola ristorazione collegato all’impianto natatorio del parco Albanese gestito dalla Asd Nuotatori Veneziani, anch’essa coinvolta nell’iniziativa.

Il bar ha superato le difficoltà del restauro iniziale (era diventato, vuoto, bivacco di tossicodipendenti in un parco urbano definito pericoloso) e la pandemia. E dall’estate 2021 con la riapertura della piscina esterna, il progetto è decollato assieme al parco Albanese, che liberato da spacciatori, ora accoglie tanta gente, il mercato dei coltivatori, ha visto riaprire il teatro e ora attende la riqualificazione del centro civico con la biblioteca per giovani. «Abbiamo fatto il boom, bar e parco ora funzionano alla grande».

Ieri festa nel bar per spiegare che la rigenerazione urbana, legata al sociale, porta frutti come una luce accesa sul territorio. La cooperativa Sarah si occupa dell’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate.

«Abbiamo colto con entusiasmo questa sfida», dice il vicepresidente Pollinzi. «Questo», sottolinea Davide Giorgi, presidente della Polisportiva Terraglio «non è solo un bar, ma un luogo di ritrovo e dunque un presidio di socialità». E spiega che con la collaborazione con il Comune di Venezia è pensabile portare esperienze analoghe anche nelle piscine del Terraglio, a Sant’Alvise, e prossimamente anche nella piscina del cetro di Mestre, in via Circonvallazione. Sostiene fermamente il progetto, esempio di sussidiarietà, l’assessore Venturini, anche lui ieri al parco.

Coordinatori dell’attività sono due giovani moldavi: Vasile Popescu e Catalin Capastru, rispettivamente di 26 e 24 anni, qualche esperienza pregressa nel settore, nel loro curriculum: «E’ stata ed è una bella sfida. Siamo felici dei risultati. Avanti tutta», dicono i due giovani barman. E tanta gioia viene espressa anche da Angela Spano, per conto dell’Anffas di Mestre. I ragazzi seguiti dall’associazione per due giorni la settimana operano nel bar per le pulizie, la sistemazione dei tavoli. Un coinvolgimento che ha creato una rete, anche amicale, di persone diverse tra loro. «Questa esperienza al bar permette ai nostri ragazzi di fare servizio e d’interfacciarsi con il personale del locale e con l’utenza, sperimentando nel concreto cosa è la vera inclusione». —

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